Speciale SCM “10 anni di servizio civile”: Cento di questi anni!
Il servizio civile compie 10 anni, l’età di un bambino e, come tutti i bambini, ancora incredulo guarda dietro di sé per iniziare a comprendere, in maniera semplice e schietta, come i pargoli sanno solo fare, quanto già grande appaia la sua giovane vita. Un servizio alla comunità che non smetterà di esistere. Grazie ai giovani, che ogni giorno ci mettono la loro faccia, il loro impegno per una società migliore. (Gianfranco Mingione)
Il nuovo servizio civile. La nascita è il 6 marzo, quando il Parlamento Italiano approva la legge n° 64, con la quale s’istituisce il Servizio Civile Nazionale. I giovani italiani potranno partecipare alla difesa della patria “con mezzi ed attività non militari”. I princìpi e le finalità del servizio civile puntano a “favorire la realizzazione dei princìpi costituzionali di solidarietà sociale, promuovere la solidarietà e la cooperazione, partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della nazione e contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale” (Art. 1 della legge n. 64 del 2001). Un nuovo servizio alla patria che apre le sue porte ai ragazzi e alle ragazze, dai 18 ai 26 anni, che decidono così, di dedicare un anno della loro vita in campi strategicamente importanti per il nostro Paese: assistenza, educazione e formazione, ambiente, patrimonio storico-artistico, protezione civile e servizio all’estero.
L’Italia dà prova di ascolto e innovazione nell’interpretare il sentimento dei suoi giovani e garantire loro l’opportunità di dedicare un anno della loro vita al servizio della loro comunità o scegliere di partire per zone di crisi alla volta di una crescita in un contesto altro e all’insegna di uno scambio interculturale. Un'esperienza senza paragoni in Europa.
2001-2006: i giovani italiani scelgono il servizio civile. In pochi anni la performance del servizio civile raggiunge numeri inaspettati: si passa dai primi 181 volontari (tra questi vi era solo un uomo) del 2001 ai 45.890 del 2006, anno in cui viene innalzata l’età dei partecipanti a 28 anni ed entrano in gioco, per la prima volta, le regioni, che d’ora in avanti istituiranno l’albo regionale degli Enti di SCN. In dieci anni i posti messi a bando sono arrivati quasi a quota 300 mila ed il picco è stato raggiunto nel 2006 con 57.119 posti. Numeri che fanno sognare, volare in alto una nuova esperienza che raccoglie in brevissimo tempo un altissimo consenso tra i giovani italiani. Un consenso che, nonostante continuerà a crescere anche dal 2006 ad oggi, dopo il picco sopra citato, verrà sempre più penalizzato per il taglio crescente dei fondi: la parabola discendente, seppur iniziata già sul finire del Governo Prodi (2006-2008), sta conoscendo proprio in questi ultimi anni, il suo peggior andamento, toccando 20.700 posti banditi lo scorso anno ed una previsione per il triennio stazionaria.
L’inizio della crisi del servizio civile. Cosa è successo? Perché un servizio così importante, apprezzato e voluto dai giovani e condiviso dalle comunità territoriali ha conosciuto una così rapida espansione e una così rapida discesa negli inferi?
La crisi economica globale che negli ultimi anni ha imperversato, e tuttora imperversa, ha portato una stretta della spese in vari settori ed il sociale risulta essere uno di quelli più bersagliati dai tagli che, come ha affermato l’economista Tito Boeri, raggiungono quota 76,3 per cento e “rischiano di mortificare un’esperienza di valore” (Fonte Internazionale).
La crisi non ha comunque fermato la crescita della quota dei progetti presentati in questi ultimi anni che, lo scorso anno, ha toccato cifra 70 mila posti, nonostante quelli finanziati siano stati circa 20 mila. Di pari passo è cresciuta anche la richiesta dei giovani di partecipare al servizio civile: nel 2009 le domande sono state quasi 46 mila per meno di 17 mila posti messi a bando.
Insomma, un vero problema, poiché senza un’adeguata programmazione economica non si possono fare previsioni e le uniche che ne risultano mettono in allarme: di questo passo tale esperienza andrà al patibolo in tempi assai brevi.
Un nuovo futuro per un nuovo servizio civile. Cosa fare? In Parlamento giacciono proposte di riforme del sistema, dell’una e dell’altra parte, che tengono conto di importanti innovazioni per una legge che, nonostante la giovane età del servizio, appare già un po’ datata e incompleta sotto molti aspetti, come la definizione giuridica dei volontari in servizio civile, l’apertura dello stesso ai giovani di seconda generazione o in attesa di cittadinanza, una programmazione economica in grado di garantire un livello minimo di finanziamenti per assicurare almeno 40 mila posti annuali, un maggiore attribuzione di competenze regionali (che a mano a mano, soprattutto al centro e al nord, stanno legiferando i vari servizi civili regionali concorrenti e complementari al nazionale).
Insomma, c’è da rimboccarsi le maniche, da fare il punto della situazione e, soprattutto, superare divisioni laceranti per il servizio civile che non portano altro che stagnazione e crisi sistemica costante.
Urge una visione di sistema che sappia affrontare il vasto mondo del sociale, di cui tale esperienza ne è solo una ma tra le più nobili, affinché il Governo, le istituzioni regionali e locali, gli enti di servizio civile e, soprattutto, i volontari, possano esprimere il loro parere sul “servizio civile che vorrei”.
In fondo non è difficile. Tutto può cambiare, anche il più immobile dei sistemi può andare incontro alla migliore delle scosse rigeneratrici. Come il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ebbe a dire ai giovani volontari, il 15 dicembre 2006, in occasione delle celebrazioni della prima giornata nazionale del servizio civile, “il Paese vivo, l'Italia più aperta al futuro e più fresca di energie siete voi, la vostra generazione, il vostro impegno nel servizio civile e nella società”.
In tempo di crisi fa bene ricordare a tutti parole come quelle appena citate, che fanno ben comprendere cosa significhi il servizio civile, quale sia la sua storia e cosa insegni ai giovani italiani che vi partecipano. Giovani come Chiara Simoni, 28 anni, marchigiana, conscia del difficile momento che stiamo attraversando, esprime in poche battute l’essenza del servizio civile carpita da chi l’ha vissuto per davvero, come lei: “Nell'organizzare mostre ed eventi ho capito come si lavora e si studia ad un progetto, cosa significa lavorare in team, ma soprattutto mi sono sentita una cittadina attiva sul mio territorio, capace e disponibile ad aiutare e mettersi in gioco in qualsiasi tipo di situazione. Per questo oggi credo che il Servizio Civile sia una grandissima opportunità di crescita per tutti i ragazzi”.
Infine, come caporedattore volontario della sezione servizio civile, permettetemi di esprimere un "intervento diretto" in questo articolo, forse un pò lungo ma denso di storia civile. Credo che fra 10 anni saremo ancora qui, e non è una speranza ma un credo, e che il servizio civile continuerà ad emozionare tantissimi giovani italiani, li aiuterà a comprendere e ad avvicinarsi a quel concetto fondamentale del vivere comune nel rispetto e nella comprensione dell’altro e della propria comunità che si riassume nel percorso della cittadinanza attiva.
Il servizio civile fa parte del patrimonio civile italiano, è un bene, una ricchezza da tutelare e preservare nell’oggi e nel domani.
Buon compleanno servizio civile, 100 di questi anni!
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