Referendum 12 e 13 giugno: niente voto per i volontari all’estero

di Gianfranco Mingione

Lo scorso 17 maggio il Senato ha approvato il ddl che consente il voto all’estero per corrispondenza, non includendo i volontari del servizio civile e delle organizzazioni internazionali. Ceccanti, PD: "le missioni internazionali coinvolgono a vario titolo persone che svolgono un lavoro di importanza equivalente". (Daniele Santuliana)

referendum1

A giugno voteranno davvero tutti, anche dall’estero: militari, dipendenti di amministrazioni dello Stato, professori e ricercatori universitari. Tutti tranne i volontari del servizio civile e delle organizzazioni internazionali (leggi il precedente articolo).

Cade definitivamente la speranza di concedere il diritto di voto per corrispondenza ai volontari che svolgono il Servizio Civile in paesi esteri. Nel dettato del decreto-legge approvato la settimana scorsa, trovano infatti posto soltanto gli “appartenenti alle Forze armate e alle Forze di polizia temporaneamente all’estero in quanto impegnati nello svolgimento di missioni internazionali; i dipendenti di amministrazioni dello Stato, di regioni o di province autonome, temporaneamente all’estero per motivi di servizio; i professori e ricercatori universitari”.

Ritirati gli emendamenti proposti dal democratico Ceccanti, con i quali si chiedeva di equiparare il lavoro dei volontari e del personale di organizzazioni non governative, a quello del personale militare “dal momento che le missioni internazionali coinvolgono a vario titolo persone che svolgono un lavoro di importanza equivalente”. Un lavoro parallelo a quello delle forze armate che, secondo Ceccanti, è importante valorizzare: “A fianco del personale armato - ha proseguito il senatore durante il suo intervento in aula - che opera nelle missioni internazionali c'è da considerare anche un lavoro di ricostruzione altrettanto importante e forse, sul lungo periodo, ancora più importante da parte delle organizzazioni non governative. Dal momento che già in quel caso il personale militare può votare, ci sembrava importante valorizzare il contributo di queste persone, che fanno il proprio lavoro a rischio e pericolo personale, anche sotto il profilo del voto al referendum per le prossime consultazioni referendarie”. (Fonte: www.ceccanti.ilcannocchiale.it).

A tal fine gli emendamenti ritirati sono successivamente stati trasformati in ordini del giorno. Questi impegnano il Governo ad attivarsi quanto prima per estendere a chi si trovi all'estero per motivi di studio o di volontariato la possibilità di usufruire delle medesime agevolazioni nello svolgimento del diritto di voto di cui si avvalgono gli appartenenti alle Forze armate in missione.