Servizio Civile e grandi invalidi: spaccatura nella Lega Nord
Il senatore Enzo Bianco, PD, ha esposto in Senato un disegno di legge che prevede di riservare ai progetti per i grandi invalidi il 20% dei volontari. Disaccordo nel partito padano sul ruolo che spetterebbe alle Regioni nella valutazione dei progetti. Tommaso Daniele, presidente UIC: "ripartire a livello regionale in misura proporzionale alla popolazione residente, i volontari impegnati in questa particolare mansione". (Daniele Santuliana)
Lo scorso 11 maggio il senatore del Partito Democratico Enzo Bianco ha esposto in Aula un disegno di legge attraverso il quale si proponeva di riservare un contingente pari al 20% dei posti disponibili del servizio civile a progetti di assistenza a persone gravemente disabili, dal punto di vista fisico, psichico e sensoriale.
Nel disegno di legge, che reca la firma dei rappresentanti dei gruppi parlamentari in Commissione affari costituzionali e di quasi tutti i senatori della Commissione, è scritto che con lo stesso si “intende corrispondere a un precipuo dovere di attenzione nei confronti di quella fascia di popolazione che soffre gravi tipologie di disabilità e la cui consistenza numerica non è certo irrilevante”.
L'iniziativa dei senatori della Commissione affari costituzionali ha avuto come effetto collaterale quello di scatenare un aspro scontro tutto interno alla Lega Nord. Oggetto della diatriba le modalità con cui i progetti destinati ai grandi disabili debbano essere selezionati. Sulla vicenda ha provato a far luce un articolo pubblicato venerdì scorso dal settimanale “Vita”, a firma di Stefano Arduini.
La rivista parla di una “riunione a porte chiuse” fra i parlamentari leghisti Erica Rivolta (firmataria fra l'altro proprio di un disegno di legge per la riforma del Servizio Civile), Francesca Martini, sottosegretario alla Salute e Lorenzo Bodega, a cui si sarebbe aggiunto lo “storico presidente dell'UIC” - Unione Italiana Ciechi, Tommaso Daniele. Nel corso dell'incontro, Daniele avrebbe cercato di ottenere il sostegno leghista al disegno di legge, promettendo di “ripartire a livello regionale in misura proporzionale alla popolazione residente, i volontari impegnati in questa particolare mansione”.
La rottura sarebbe però avvenuta sulle modalità di valutazione e selezione dei progetti: la proposta di Tommaso Daniele di lasciare questo compito all'Ufficio Nazionale, avrebbe riscosso il consenso di Martini e Bodega, ma non quello della Rivolta. La stessa, contattata da “Vita” ha ribadito che la proposta, così come formulata dalla UIC, risulta essere “irricevibile” per le Regioni. Ai colleghi Martini e Bodega, Erica Rivolta avrebbe poi inviato una controproposta, tesa a garantire a Regioni e Province autonome un ruolo nella selezione dei progetti destinati ai grandi invalidi. In conclusione all'articolo, “Vita” annota anche come la tesi della Rivolta sia appoggiata da Claudio di Blasi, presidente dell'associazione Mosaico e da sempre propugnatore di una “maggiore regionalizzazione del servizio civile”.