Giovani interessati ai temi della pace e non violenza. Presentato l VII° Rapporto Annuale di Arci Servizio Civile

di Anna Laudati

Questi i numeri di Arci servizio civile: 1.114 soggetti associativi per un totale di 2.421 sedi di progetto in cui hanno svolto servizio civile, nel solo 2010, ben 1.786 volontari. Dalla ricerca emerge che il servizio civile piace sempre di più ai giovani, sempre meno alle istituzioni. (Enrico Maria Borrelli)

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Come di consueto anche quest’anno Arci Servizio Civile (ASC), uno dei maggiori enti nazionali di servizio civile e da anni quello che vanta il maggior numero di volontari avviati, ha presentato il proprio rapporto annuale alla presenza di istituzioni, giovani e associazioni. Il settimo rapporto ASC ha approfondito il ruolo degli OLP, figura centrale del servizio civile, maestri dei volontari che li accompagnano durante i loro dodici mesi di esperienza, su cui troppo poco si è discusso fino ad oggi.

 

Il rapporto è stato realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca IRS e con l’SWG, ponendosi quale obiettivo generale l’analisi delle attività di servizio civile svolte nel corso del 2010 presso la rete ASC, delle risorse impiegate e dei risultati in termini di competenze e capitale sociale acquisiti dai volontari in servizio. Obiettivo specifico del rapporto è stato invece quello di offrire un quadro completo mediante l’analisi delle attività in capo all’ente (progettazione, selezione, formazione, ecc), delle caratteristiche dei volontari in ingresso al servizio e a fine esperienza (partecipazione alla formazione, capitale sociale e umano acquisito, ecc) e delle attività che hanno occupato gli Operatori Locali di progetto, nel ruolo di responsabili del progetto e dei volontari.

I numeri di ASC sono significativi e raccontano una realtà associativa radicata con 1.114 soggetti associativi per un totale di 2.421 sedi di progetto in cui hanno svolto servizio civile, nel solo 2010, ben 1.786 volontari prevalentemente impegnati (41%) in progetti di educazione culturale. “Dalla ricerca emerge un maggior interesse dei giovani ai temi culturali che hanno ispirato il servizio civile quali la nonviolenza, la pace e l’obiezione di coscienza” – ha dichiarato Licio Palazzini, presidente ASC – aggiungendo che “non è scontato che chi fa oggi la scelta del servizio civile sia un pacifista.”

Un dato significativo, dunque, quello che segnala ASC poiché testimonia quanto il servizio civile nazionale sia uno strumento utile per educare alla nonviolenza le giovani generazioni, ancor più del servizio sostitutivo civile degli obiettori di coscienza che era invece un luogo per chi già era educato a tali temi. Giovanni Bastianini, rappresentante del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile in Consulta Nazionale per il Servizio Civile, sottolinea che “il servizio civile resta innanzitutto un investimento su persone e fra persone” ponendo l’accento sulla dimensione culturale e valoriale dell’esperienza vissuta dai giovani.

Nonostante la presenza del Sottosegretario Carlo Giovanardi, che ha la delega al servizio civile, quella del Direttore dell’UNSC Leonzio Borea e quella del Senatore Francesco Ferrante (PD) resta il rammarico degli intervenuti per la mancanza di un ampio dibattito che ci si sarebbe aspettati al termine della presentazione del rapporto. L’ascolto è importante almeno quanto lo è il confronto tra le parti affinchè il servizio civile possa uscire dal suo angusto recinto ed assumere le dimensioni di un’esperienza di cittadinanza attiva ampia e radicata nella cultura dei giovani del nostro Paese.