Polemiche sui nuovi criteri di ripartizione dei volontari in servizio civile

di Daniele Santuliana

Come già riportato in un precedente articolo, le reazioni ai nuovi criteri di ripartizione dei volontari tra nord, centro e sud non si sono fatte attendere. Un'interrogazione è stata presentata in Senato dal capogruppo dell'UDC Gianpiero D'Alia. Gli rispondono attraverso due distinte note il sottosegretario Giovanardi e la deputata della Lega Nord Erica Rivolta. (Daniele Santuliana)

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Dopo le indiscrezioni trapelate [link all'articolo precedente] sui criteri che le Regioni si accingerebbero ad adottare per la ripartizione delle risorse di propria competenza (il 46% del totale), non sono tardate ad arrivare le reazioni da parte del mondo politico e di quello gravitante attorno al Servizio Civile.

 

La voce del Sud. Il primo a prendere la parola è stato il messinese Gianpiero d'Alia, presidente del gruppo UDC-Misto al Senato (link all'intervento). Lo scorso 24 maggio, in un'interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro per i rapporti con le Regioni, il sen. D'Alia ha rilevato come la nuova ripartizione "comporterebbe una grave penalizzazione per la Regione Siciliana che passerebbe dalla quota del 17,4%, calcolata sulla base del criterio del numero degli enti iscritti all'albo, a quella del 9,39%, quantificata sulla base del Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS)". D'Alia contesta il fatto che nel corso dell'incontro della Conferenza Stato-Regioni, si fosse deciso di adottare il criterio del FNPS soltanto per la ripartizione dei fondi destinati a funzionamento, comunicazione e formazione, non per la ripartizione dei volontari.
"Non si può accettare – sempre D'Alia nel suo intervento – questa iniqua penalizzazione che mortifica un movimento che ha saputo conquistarsi nel tempo una posizione di preminenza nel contesto nazionale, grazie alla sua vitalità e alla generosa partecipazione dei giovani siciliani che, lo scorso anno, hanno presentato quasi diecimila domande per 1.418 posti disponibili".

La voce del Governo. A D'Alia risponde a stretto giro di posta il sottosegretario con delega sul Servizio Civile, sen. Carlo Giovanardi. In una nota Giovanardi dichiara che sono state le Regioni nella loro autonomia ad applicare criteri di riparto diversi dal passato, "con un metodo che il Governo non condivide perché tende a sovrapporre le politiche sociali al Servizio Civile Nazionale". Giovanardi nega quindi che il taglio dei volontari in Sicilia sia imputabile al Governo, che anzi ha mantenuto invariata la ripartizione delle risorse destinate all'avvio dei progetti: il 54% per lo Stato e il 46% per regioni e province autonome.

Rivolta, Lega Nord. Un'altra nota arriva il 26 maggio dalla deputata della Lega Nord Erica Rivolta. Nel testo, la deputata asserisce che il criterio di ripartizione delle risorse destinate alle regioni e province autonome è di stretta pertinenza degli assessori. I criteri adottati, prosegue la Rivolta, sono quelli utilizzati per qualsiasi altro fondo attinente a welfare, giovani e formazione. A destare semmai perplessità, conclude la Rivolta, sarebbe il criterio adottato fino al 2010 che "non badava ai bisogni dei territori ed ai ritorni di tale forma d'investimento pubblico in termini di formazione dei giovani, bensì alla semplice e mera “richiesta” da parte dei consumatori del “prodotto", gli enti iscritti all'albo.

Sulla questione è poi intervenuto anche il presidente della Cnesc Primo di Blasio, interpellato da vita.it: "un riequilibrio era necessario. Noi stessi avevamo suggerito di ricalibrare le risorse in favore del nord, ma caso mai seguendo il criterio demografico della presenza di giovani sul territorio, in funzione del riscoperto interesse di questi ultimi nel Nord Italia".

(Immagine: Daniele Santuliana)