Servizio Civile alla parata del 2 giugno. La parola ai volontari

di Daniele Santuliana

Fania Alemanno, rappresentante nazionale per la macroarea Sud, spiega la posizione dell'assemblea dei volontari riguardo la partecipazione alla sfilata che celebra la Festa della Repubblica. (Daniele Santuliana)

2giugno Lo scorso 3 ottobre un editoriale del direttore Enrico Maria Borrelli dal titolo, “Il Servizio Civile si fermi ad ascoltare i suoi giovani”, riapriva la discussione sulla partecipazione dei volontari alla sfilata del 2 giugno. «Il limite di tanta politica giovanile – rilevava Borrelli – è da sempre quello di pensare cosa sia giusto per i giovani senza mai porsi il problema di condividerlo con loro, di discuterne con loro, confondendo evidentemente le politiche giovanili con quelle dell’infanzia». In particolare, sorde sarebbero state le istituzioni al malessere più volte espresso dai volontari del Servizio Civile per la partecipazione ad una parata in cui non si riconoscono.

SC Magazine si è occupato già nel passato della questione, pubblicando un'intervista a Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti, da sempre molto critico sui toni assunti dalle celebrazioni per la Festa della Repubblica. Fu AON a promuovere la campagna “Sbilanciamoci” che puntava il dito sui costi della parata.

Fania Alemanno, rappresentante nazionale dei volontari del Servizio Civile, ci spiega ora quale posizione l'assemblea dei delegati intenda assumere sulla questione.

La presenza dei volontari alla parata svilirebbe a tuo parere il significato del servizio civile come difesa non armata e nonviolenta o al contrario contribuirebbe ad alleviarne il tono militarista?
«Ciò che risulta critico alla rappresentanza dei volontari in servizio civile non è sicuramente la partecipazione in sé alla parata, momento di grande prestigio che vede il ritrovo delle varie forze, armate e civili, che provvedono alla salvaguardia ed alla difesa dell’Italia, quanto la modalità di partecipazione pensata per i serviziocivilisti.

Fino ad oggi siamo stati chiamati a partecipare con una rappresentanza di circa 20 volontari, a fronte di un contingente che si aggira intorno ai 20.000 volontari negli ultimi anni, a sfilare “accomodati” sui carri della Croce Rossa, ovvero sui mezzi di una forza rientrante nell’ambito delle forze armate italiane (ciò puntualmente smentito dallo stesso Giovanardi!).

Quello che chiede la rappresentanza è di individuare una modalità di presenza alternativa, non strettamente legata a mezzi militari. Abbiamo proposto una sfilata a piedi, ad esempio, ma abbiamo sempre ottenuto una risposta negativa, a fronte delle misure di sicurezza che la manifestazione richiede. Tale affermazione però, non risulta veritiera se si considera come altre forze di difesa della Patria sfilino a piedi durante la parata.

Pertanto se la richiesta dei volontari in servizio civile non può essere accolta, allora sia l’organizzazione stessa ad individuare una modalità altra compatibile con le nostre richieste».

L'assemblea dei delegati ha assunto sulla questione una posizione univoca?
«La rappresentanza è univoca in merito a tale argomento. Ciò che ci sconvolge è, ad esempio, la presenza nell’ultima parata di oltre 1.000 partecipanti ai corsi di mini-naja tanto graditi al Ministro della Difesa ed invece criticati trasversalmente da numerose espressioni culturali, sociali e politiche italiane.

Il nostro intento come rappresentanza non è assolutamente quello di ampliare il divario comunicativo generatosi tra il mondo armato e quello non armato, quanto quello di porvi rimedio, avviando un dibattito che riconosca, in primis, l’esistenza costituzionale di due forme di difesa della patria: una armata e l’altra non armata. Partendo da questo presupposto, poi, sarà possibile avviare concrete strategie attuative di nuove forme di difesa della patria d’intesa tra forze armate e non armate, oltre che il concreto riconoscimento di quelle modalità non armate già in atto, ma svilite».

Al prossimo 2 giugno mancano ancora diversi mesi. La rappresentanza dei volontari ha già deciso che posizione assumere? Porterete la questione in sede di consulta? Come vi porrete se l'UNSC non rispettasse la volontà espressa dall'assemblea ma arruolasse autonomamente volontari da far sfilare nel corteo?
«La questione relativa al 2 giugno viene puntualmente posta a ciascuna Consulta Nazionale. In ultimo è stata riproposta lo scorso 29 settembre e ciò che si è ottenuto è stato, a mio parere, un’ulteriore denigrazione del ruolo della rappresentanza nell’ambito delle scelte che competono ai volontari. Ribadisco che l’obiettivo della rappresentanza è quella di rendersi esempio ed apertura al riconoscimento ufficiale della possibilità di difendere l’Italia con strategie non armate, offrendo dignità di presenza e partecipazione alla manifestazione del 2 giugno delle forze non armate. Il servizio civile ha il diritto e il dovere di partecipare alla manifestazione, al pari di come ha il diritto ed il dovere di parteciparvi coerentemente ai principi che fondano il servizio civile stesso.»