Serve America Act: nuove frontiere per il Servizio Civile Americano
Presentando il nuovo disegno di legge, il senatore Ted Kennedy ha esordito con la frase forse più celebre pronunciata dal fratello presidente: “Non chiedetevi che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro Paese”. Ed effettivamente il “Serve America Act”, fortemente voluto dallo stesso senatore Kennedy e dal suo amico, nonché senatore dello Utah, Orrin Hatch, va esattamente nella direzione di spronare gli Americani, di qualunque età, a impegnarsi attivamente nel volontariato.
La legge, infatti, prevede l’erogazione di fondi per aiutare le organizzazioni nonprofit a creare programmi di volontariato in nuovi settori e aree di intervento, garantisce rimborsi ai volontari e istituisce una commissione che studi come le istituzioni governative, il nonprofit e il settore privato possano lavorare insieme per risolvere efficacemente problemi di carattere nazionale.
Molto interessante è la parte che riguarda gli incentivi sulle tasse (che in America, contrariamente a quanti molti pensano e sostengono a sproposito, sono molto alte) per quelle imprese che consentono ai loro dipendenti di prendersi dei periodi di aspettativa pagati, per dedicarsi a tempo pieno a iniziative socialmente utili.
L’obiettivo è di arruolare un esercito di 175000 volontari (in aggiunta ai 70000 di oggi) che fronteggeranno le necessità più differenti, dall’abbandono scolastico, all’assistenza sanitaria alle comunità con redditi molto bassi, sino allo studio di nuovi metodi concreti per migliorare l’efficienza energetica nel Paese. Naturalmente l’idea è di fornire una proficua formazione specifica ai partecipanti, soprattutto a coloro che si dedicheranno alle attività più delicate e impegnative, e di incentivare con il tempo l’abitudine di fare svolgere tale formazione direttamente da altri volontari.
Senza leggere nei dettagli la proposta di legge, non bisogna essere degli esperti per capire che la Serve America Act sarà molto costosa. Lo stesso ufficio del senatore Hatch, del resto, ha calcolato che nell’arco di cinque anni, l’intero programma costerà all’amministrazione americana qualcosa come 5 miliardi di dollari. Una cifra esorbitante anche per il bilancio federale degli Stati Uniti. I promotori della legge, tuttavia, hanno da subito risposto alle eventuali critiche e ai fondati timori dei contribuenti, specificando che non è previsto un innalzamento del bilancio federale e che tutti i fondi verranno recuperati dal taglio di altri (non meno specificati) programmi.
Il disegno di legge è stato accolto, come è facile immaginarsi, molto favorevolmente dalle organizzazioni non profit e ha avuto ampio risalto sulla stampa locale, più ancora che su quella nazionale. Un editoriale del Berkshire Eagle, ad esempio, sottolinea come molte organizzazioni sparse sul territorio non potrebbero dare il loro prezioso contributo alle comunità locali senza l’intervento dei volontari. Congratulandosi per la nuova proposta di legge, aggiunge, inoltre, che il numero dei volontari sarebbe anche maggiore se gli Americani, oltre al tempo, avessero sempre a disposizione tutte le informazioni su come essere coinvolti dai programmi attivati. Un suggerimento discreto che potrebbe tornare utile anche alle istituzioni Italiane.
Le basi su cui si è lavorato per arrivare alla legge hanno radici lontane e, guarda caso, vedono ancora l’interessamento diretto del senatore Kennedy. Diciotto anni fa, infatti, il senatore del Massachusset ha appoggiato la National and Community Service Act, che ha creato ufficialmente opportunità di volontariato sponsorizzate a livello governativo e ha portato alla nascita degli AmeriCorps, un programma federale in collaborazione con organizzazioni pubbliche e nonprofit che coinvolge attualmente 70000 volontari all’anno. In seno agli AmeriCorps vi è attualmente anche il National Civilian Community Corps, un progetto che si rivolge specificatamente ai giovani dai 18 ai 25 anni che intendano dedicarsi per 10 mesi agli interessi e alle necessità delle comunità in cui vivono. In altre parole, l’analogo del nostro Servizio Civile Nazionale.
Dalla loro creazione, le critiche agli AmeriCorps sono state molteplici e talvolta feroci. Di solito hanno riguardato, più che l’efficacia stessa dei programmi e delle attività, la gestione dei fondi a loro riservati. Non è una novità, del resto, che i finanziamenti pubblici siano un tema di scontro politico privilegiato. Partendo da questo dato è facile intuire che la strada che porterà il disegno di legge a diventare operativo è ancora lunga. L’obiettivo è che si concluda positivamente entro il Settembre del 2009.
Di certo il pressing mediatico imposto dalla Service Nation Campaign, la campagna di promozione del servizio civile nazionale, cui aderiscono oltre cento organizzazioni senza scopo di lucro, l’interessamento diretto e forte di politici di ogni schieramento politico e l’appoggio di entrambi i candidati alla Presidenza degli Stati Uniti, Barack Obama e John McCain lasciano ben sperare.