Servizio Civile obbligatorio? La parola a Fania Alemanno

di Katia Tulipano

A Fania Alemanno, Rappresentante Nazionale dei giovani in Servizio Civile, chiediamo cosa ne pensa. (Katia Tulipano)

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«Ai nostri ragazzi serve un servizio civile aperto a tutti, e se per farlo l’unica strada è renderlo obbligatorio, facciamolo». Con queste parole l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi, in un intervista a Vita.it, ha rilanciato nei giorni scorsi il dibattito sul Servizio Civile obbligatorio. In un'intervista a SCMagazine Fania Alemanno spiega qual'è la sua idea di obbligatorietà del Servizio Civile.

Torna il tema dell'obbligatorietà del servizio civile, cosa ne pensi?
Personalmente sono favorevole al Sc obbligatorio. Ritengo che possa essere uno strumento di supporto sociale per l'Italia e per gli enti che ne usufruirebbero ed uno strumento di applicazione del senso civico per i giovani. Così svolgere Sc diventerebbe un dovere, effettivo riconoscimento del dovere a difendere la propria patria.

Secondo il professore bolognese sarebbe un valido strumento di coesione sociale perché permetterebbe ai giovani di confrontarsi con problemi e strutture sociali cui non sono abituati.
Ritengo possa essere uno strumento di "attivazione sociale" per i giovani che hanno occasione di sentirsi, per la prima volta nella loro vita, utili. Effettivamente in Italia esistono ben pochi strumenti d'inserimento nelle strutture sociali. Questo non vuol dire "punire" i giovani, quanto offrire un'occasione, quell'occasione che permetterebbe da una parte, la riattivazione di un sistema economico che può contare su forza lavoro giovane, brillante per definizione, e dall'altra l'occasione per i volontari di esprimere potenzialità che diversamente potrebbero restar silenti. Ritengo che un'accurata riflessione possa essere fatta anche in un'ottica di prevenzione alla delinquenza giovanile - vedi il caso Francia - e alla dispersione scolastica, generata da quel sentimento d'impotenza che ha pervaso la nostra attuale società. L'empowerment, personale e sociale, la possibilità di sentirsi utili per se stessi e per gli altri, è un validissimo strumento sociale in grado di attivare strategie personali di orientamento e costruzione di un futuro possibile.

Secondo te l'obbligtorietà potrebbe essere la soluzione ai gravi problemi generati al Servizio Civile dai forti tagli? L'attuale situazione critica può rappresentare il momento di ridefinizione e rinascita di un Sc, per questo ritengo sia necessaria una riflessione che, tenuto conto dei principi fondatori del Sc, ne permetta una rifondazione. L'obbligatorietà non rappresenta la soluzione, ma una nuova visione di un servizio civile che operativamente applica la propria definizione di difesa della patria non armata e non violenta. Sono consapevole di come la nostra società ne abbia bisogno e di come i giovani possano effettivamente rappresentare la chiave per un ritorno al benessere economico italiano, non senza sacrifici.

ll Servizio civile si definisce sempre più come un sistema che si avvia a necessità di serie riforme. Non pensi che questo debba riguardare anche la rappresentanza e la sua funzione? Sulla base della tua esperienza, serve ancora una rappresentanza così definita? Ritengo che il Sc necessiti di riforme così come la rappresentanza necessiti di riconoscimento in quanto ufficiale organo di rappresentanza dei volontari in servizio, portavoce delle loro esigenze. I tagli attuati al fondo nazionale stanno minando il diritto della rappresentanza a riunirsi in assemblea oltrechè la rappresentatività della stessa: nel giugno prossimo dovrebbero tenersi le nuove elezioni per i rappresentanti nazionali, ma ciò non accadrà se prima non si saranno elette le delegazioni regionali. Ma gli scaglioni di partenza attuati nei confronti dei volontari  come possono garantire la rappresentatività ed il diritto alla rappresentanza?