Rischio chiusura Consulta Nazionale per Il Servizio Civile. Intervista alla Rappresentante Nazionale dei volontari Silvia Conforti

di Katia Tulipano

“Il Presidente Monti se crede nei giovani, ma prima di tutto nella democrazia, deve lasciare in vita la Consulta del Servizio Civile Nazionale, come organo, che grazie a noi, esprime idee innovative e vincenti, in grado di portare il Servizio Civile Nazionale al massimo della sua efficienza” tuona la giovane Rappresentante. (Katia Tulipano)

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In queste ore è in discussione in Commissione bilancio al Senato con atto n. 3396 la conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2012 n.95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. Forte la preoccupazione degli attori del mondo del Servizio Civile dinanzi al pericolo di chiusura della Consulta Nazionale per il Servizio Civile,  oggi unico luogo in cui istituire un contraddittorio valido tra Enti, istituzioni, Stato e giovani volontari sulla vita del Servizio Civile.

 

A Servizio Civile Magazine, Silvia Conforti spiega la gravità della scomparsa di quest’organo nel caso in cui il provvedimento fosse convertito in Legge.

Cos’è la Consulta? Perché la sua cancellazione “minerebbe alla qualità del servizio civile in Italia”?
La Consulta è organo istituito presso l’UNSC che, in buona sostanza, si preoccupa di salvaguardare, nell’ambito delle decisioni politiche e di organizzazione dei progetti di servizio civile nazionale, gli interessi di tutti i protagonisti: regioni, enti e volontari. In questo senso la presenza dei 4 rappresentanti nazionali dei volontari è il miglior strumento per mediare le scelte dell’UNSC e i diritti dei volontari.

Quali le sorti della Rappresentanza dei volontari in Servizio Civile se questo provvedimento legislativo fosse approvato?
Sulle sorti della Rappresentanza Nazionale dei Volontari posso solo esprimere dei timori e una speranza. Il timore che non essendo più membri in Consulta, non avremo modo e occasione di interloquire con l’Unsc e poter, così,  partecipare ad ogni decisione che riguardi il coinvolgimento dei volontari. A fatica avevamo conquistato uno spazio efficace, grazie anche alla piena disponibilità dell’ex direttore dell’UNSC Fauttilli, che colgo l’occasione di ringraziare.
Sono molte le situazioni di disagio dei volontari in servizio, di cui ci facciamo portavoce e molti ancora i problemi da risolvere. Credo che il punto di vista di chi lo ha vissuto e lo vive sia elemento fondamentale per una crescita rispettosa di chi è parte attiva.  La speranza è, dunque, che a prescindere dalla sussistenza o meno della Consulta, sia considerata comunque come un valido organo collaborativo dell’UNSC.

Se il Presidente del Consiglio Monti convocasse i Rappresentanti Nazionali dei volontari per ascoltare la loro voce: cosa gli direste per scongiurare la chiusura della Consulta?
Se crede nei giovani, ma prima di tutto nella democrazia, deve lasciare in vita la Consulta del Servizio Civile Nazionale, come organo, che grazie a noi, esprime idee innovative e vincenti, in grado di portare il Servizio Civile Nazionale al massimo della sua efficienza, soprattutto ora che questa esperienza è ben guardata in tutta Europa. Il mio appello sarebbe di non lasciare, ancora una volta, i giovani, spettatori passivi del proprio futuro.