Come e perché i privati possono contribuire al Servizio Civile Nazionale

di Enrico Maria Borrelli

In vista dell’auspicata riforma del servizio civile nazionale proviamo ad analizzare uno degli elementi cruciali da cui dipenderà il futuro di questo istituto: le risorse finanziarie. (Enrico Maria Borrelli)

enrico_maria_borrelli La legge 64/2001 prevede che le risorse destinate al servizio civile nazionale possano essere stanziate, oltre che dal bilancio dello Stato, dalle regioni, dagli enti locali e pubblici, da fondazioni bancarie e da soggetti privati, ovvero imprese e cittadini. In realtà tale Fondo è stato, fino ad oggi, principalmente partecipato dallo Stato, mentre solo pochi sono gli esempi di regioni, e ancora meno di comuni e soggetti privati, che vi hanno contribuito.

 

Di fronte ad una condizione di effettiva difficoltà economica in cui versano le finanze pubbliche potrebbe essere opportuno favorire il meccanismo delle donazioni private a favore di specifici progetti. A partire dalla fondazioni fino ad arrivare alle imprese private, soprattutto quelle particolarmente attente al tema della responsabilità sociale, due possono essere le ragioni per cui decidere di finanziare questo istituto: un interesse a sostenere iniziative sociali in un determinato territorio o per specifiche categorie; un’agevolazione fiscale per chi sostiene il servizio civile.

A differenza di una tradizionale donazione per scopi benefici, generalmente effettuata a favore di soggetti del privato sociale (associazioni, fondazioni,…), nel caso del SCN tali fondi verrebbero direttamente erogati allo Stato confluendo nell’apposito Fondo. Il donatore potrà scegliere, preventivamente, a quale progetto destinare il contributo selezionandolo dall’elenco di quelli ammessi a finanziamento. Il sostegno a tali progetti ha il vantaggio di produrre molteplici risultati: consente il coinvolgimento dei giovani in attività di interesse collettivo, contribuisce alla loro formazione professionale aumentandone l’occupabilità, realizza interventi di sostegno a favore di un determinato territorio, garantisce l’attivazione di servizi per le categorie svantaggiate, contribuisce alla tutela del patrimonio della Nazione.

Un ventaglio ampio di interventi sociali che sicuramente risponde alla sensibilità dimostrata da moltissime aziende italiane che sovente sostengono iniziative culturali o di solidarietà. Se da un lato, quindi, il SCN potrebbe contare sull’attenzione sociale e sulla disponibilità economica di queste aziende, dall’altro il sistema fiscale italiano sconta una forte arretratezza rispetto ai sistemi anglosassoni in tema di donazioni. E’ vero infatti che nella legge 64 non è prevista, accanto all’indicazione delle fonti di finanziamento, una qualsivoglia forma di sgravio fiscale.

Varrebbe la pena, proprio in vista della prossima riforma normativa, prevedere un approfondimento, di concerto con il Ministero dell’Economia, che agevoli tale opportunità a favore delle imprese, dei cittadini ma soprattutto dei giovani.