Servizio Civile obbligatorio? Ma anche no

di Enrico Maria Borrelli

La gente, si sa, da buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio. Con queste parole Fabrizio De Andrè graffiava la coscienza di quanti da una comoda cattedra indicano ad altri la giusta via. (Enrico Maria Borrelli - @enricomborrelli)

esercito

E’ questa l’impressione che ho dinanzi alla proposta di tornare ad un servizio civile obbligatorio. Per i giovani, si intende. Come a dire che al mal costume di una società consumata dagli errori degli adulti debbano provvedere le nuove generazioni, con spirito di servizio e preferibilmente di buon grado.

 

Una buona cultura generale e un pizzico di conoscenza della storia aiutano i promotori a raccontare questa discutibile proposta richiamando personaggi illustri quali Rossi, Spinelli e Colorni verso i quali gli italiani, quasi tutti, sono intellettualmente ossequiosi. Sebbene siano nobili i richiami agli ideali di quell’Europa partecipata e coesa voluta dai padri fondatori, e altrettanto stringente sia la necessità di adoperarsi affinché i cittadini siano maggiormente partecipi della vita pubblica e tutori del bene comune, non si può pensare di addebitare tale onere alla sola responsabilità dei giovani. Le ragioni sono anzitutto di buon senso, ma dove mancasse viene in aiuto anche il diritto. Immaginare un lavoro obbligatorio, ma per definizione forzato, in capo ad un cittadino, giovane o adulto che sia, contravviene anzitutto alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europa(art. 5).

Basterebbe già questo a sciogliere il dubbio sull’ opportunità e sulla legittimità di una proposta di servizio civile obbligatorio. Riconoscendo, di contro, l’utilità di un percorso che educhi alla cittadinanza attiva le nuove generazioni sarebbe invece auspicabile una riforma del sistema dell’istruzione e della formazione, in cui la socialità e il rapporto con gli attori sociali e del volontariato diventino parte integrante dell’educazione oltre che della formazione delle nuove generazioni. Se pensiamo ad un obbligo, non discostiamoci allora da quello scolastico e arricchiamolo di contenuti, di esperienze, di civismo. Il servizio civile è altro: è scelta spontanea e consapevole di chi si accinge a fare qualcosa, per sé stesso e per gli altri. I fautori di un ritorno alla coscrizione, anche se esclusivamente civica, dovrebbero ricordare quanto irritante fosse quella cartolina verde trovata nella buca della posta al ritorno da scuola che ci ricordava di essere diventati  maggiorenni e che la Patria si aspettava il nostro contributo. E dovrebbero anche ricordare quante alchimie amministrative si era disposti a fare pur di non partire per il servizio militare o per quello civile. Mi chiedo, infine, quando la smetteremo di pensare che i giovani debbano fare quello che gli adulti, da giovani, non volevano fare.{jcomments on}