Riforma Terzo settore , Servizio Civile: intervista all’on. Francesca Bonomo

di Katia Tulipano

All’indomani del tweet con cui Renzi ha lanciato la consultazione per la Riforma del Terzo Settore e del Servizio Civile, parla l’on. Francesca Bonomo che, insieme a all’on. Faraone, ha presentato la proposta di riforma del servizio civile recepita nel testo diffuso dal presidente del Consiglio. (Katia Tulipano)

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Il Presidente del Consiglio ha lanciato su twitter la consultazione per la riforma del Terzo Settore in cui si prevede un Servizio Civile per 100.000 giovani. Quali altre novità ci saranno?
Con il Partito Democratico abbiamo presentato le nostre proposte per il servizio civile universale il 21 marzo scorso nel Forum sulle Politiche giovanili, recepite dal Governo nella nota con le linee guida di riforma del terzo Settore. Assicurare una leva di giovani per la “difesa della Patria” accanto al servizio militare: ossia un “Servizio civile nazionale universale”, da disciplinare sulla base dei seguenti criteri; garantire ai giovani che lo richiedono di poter svolgere il Servizio Civile Universale, fino ad un massimo di 100.000  giovani  all’anno per il primo triennio dall’istituzione del Servizio; tempi di servizio  in linea con la velocità delle trasformazioni   che permettano ai giovani di fare una esperienza significativa che non li tenga bloccati per troppo tempo   (8mesi eventualmente prorogabili di 4 mesi); partecipazione  degli stranieri al SCN; previsione di benefit per i volontari, quali: crediti formati vi universitari; tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio; stipula   di accordi di Regioni e le Province autonome con le Associazioni di categorie degli imprenditori, associazioni delle  cooperative e del terzo settore per facilitare l'ingresso  sul mercato del lavoro dei volontari,  la realizzazione di tirocini o di  corsi di formazione per i volontari; possibilità di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio  Civile volontario in regime di reciprocità; questi i punti essenziali della proposta recepita dalla Riforma lanciata da Renzi.
Finalmente abbiamo la sensazione che le battaglie infinite condotte in questi mesi come parlamentari a Roma ed a Bruxelles, abbiano prodotto i primi risultati. Ma questa battaglia è stata portata vanti anche e soprattutto insieme ai volontari, agli enti e all’ufficio nazionale del Servizio Civile. Senza il loro contributo forse non saremo arrivati a questo risultato!
Sta passando il concetto che se vogliamo dare un futuro al nostro continente dobbiamo investire sulla voglia di questi ragazzi di contribuire allo sviluppo delle proprie comunità.
Se recuperiamo il loro entusiasmo, avremo fatto il primo passo per battere gli euroscettici".

 

Ieri ha preso parte al seminario del Forum Nazionale Servizio Civile in cui istituzioni, enti, associazioni, professori universitari e giovani hanno dibattuto sulle prospettive di un Servizio Civile Europeo. Perché si fa sempre più forte la richiesta di esportare in Europa il servizio civile?
Da più parti avanza la richiesta di un Servizio civile europeo aperto a tutti i giovani dell’Unione perché esso potrebbe essere lo strumento ideale per creare un senso di cittadinanza europea di cui tanto si parla, ma rispetto al quale si riesce a concretizzare poco.
Come il Servizio Civile Nazionale, quello europeo, potrebbe essere dedicato ai giovani dai 18 ai 29 anni, impegnandoli in un’esperienza di cittadinanza attiva in un altro paese dell’Unione. Un contingente di giovani portatori di un messaggio di unione, di civiltà, di rispetto dell’ambiente, del patrimonio artistico culturale che, attraverso il loro impegno per la difesa della “Patria Europa” contribuirebbe alla costruzione di un’unione non soltanto politica ed economica, ma dei popoli.

Come secondo Lei dovrebbe essere costruito il Servizio Civile Europeo?
Ci sembra sempre più forte l’interesse anche degli altri Stati europei di creare un sistema simile al nostro, al Servizio Civile Nazionale italiano. Anche in vista del semestre europeo di Presidenza italiano sarebbe significativo se riuscissimo ad avere una best practice esportabile in altri stati. Grazie al servizio civile italiano i nostri ragazzi riescono a fare un’esperienza di cittadinanza attiva, acquisire competenze anche informali spendibili anche successivamente del mondo del lavoro.
E’ necessario ovviare a difficoltà come quelle della certificazione delle competenze e se questo fosse fatto a livello europeo ciò sarebbe ancora più incisivo per i giovani che si vedrebbero riconosciute competenze da poter investire anche in esperienze di lavoro all’estero.