Presentata oggi in Cassazione la proposta per una Difesa civile non armata e nonviolenta

di Redazione

La raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare volta alla istituzione di un Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta inizierà il 2 ottobre, Giornata Internazionale della Nonviolenza. (Redazione)

difesa_civile E’ stato depositato oggi presso la Corte di Cassazione il titolo della Legge di Iniziativa popolare che sarà l’architrave della campagna per la “Difesa Civile non armata e nonviolenta”. Le reti ed organizzazioni che da tempo si muovono congiuntamente per sviluppare concretamente, anche a livello istituzionale, un’alternativa nonviolenta di costruzione della Pace hanno così voluto segnare una nuova tappa nel percorso comune iniziato da qualche mese.

Dopo l’estate e l’espletamento di tutti i passi formali per la produzione dei moduli relativi partirà quindi la raccolta delle firme per l’iniziativa popolare che prevede un testo legislativo volto alla “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta”. L’intenzione delle reti promotrici (Tavolo Interventi Civili di Pace, Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Campagna Sbilanciamoci, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo) è quella di dare inizio alla raccolta di adesioni nella Giornata Internazionale della Nonviolenza in programma il prossimo 2 ottobre (data di nascita del Mahatma Gandhi)

L’obiettivo è quello della costituzione di un Dipartimento che indirizzi il contributo alla difesa civile con le proprie autonomie e modalità di lavoro delle varie componenti oggi esistenti fra cui il Servizio civile, i Corpi civili di pace, la Protezione civile oltre ad un ipotizzato Istituto di ricerca su Pace e Disarmo. Si tratta di dare finalmente concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra e che già oggi è previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale: la possibilità di assolvere all’obbligo costituzionale dell’articolo 52 con una struttura di Difesa civile alternativa a quella prettamente militare, finanziata direttamente dai cittadini attraverso l'opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi.

E’ una scelta chiara e di fondo, che pensa che il finanziamento di cacciabombardieri, sommergibili, portaerei e missioni di guerra lasci il nostro Paese indifeso dalle vere minacce che lo colpiscono rendendolo invece  minaccioso agli occhi del mondo.

La Campagna ha scelto come strumento politico e di azione la presentazione di una Legge di Iniziativa Popolare per il più ampio confronto pubblico (con politica e società civile) che punti a ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11), afferma la difesa dei diritti di cittadinanza ed affida ad ogni cittadino il “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52). Si tratta di principi che non sono mai stati realmente attuati, perché nel corso degli ultimi decenni la difesa è sempre stata intesa solo dal punto di vista armato ed affidata alle strutture militari. L’intenzione della nostra Campagna è dunque quella di estendere e riappropriarci di un concetto più ampio: le grandi lotte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e del servizio civile iniziate fin dal dopoguerra hanno portato al riconoscimento nel nostro ordinamento giuridico di una Difesa della Patria è molto più articolata ed estesa di quella semplicemente militare.

Per noi, oggi come sempre, la Difesa della Patria è difesa della vita, dell'ambiente, del territorio, dei diritti, della dignità, della pace, del lavoro. Per “difendere” davvero questi beni comuni servono strumenti adeguati, quelli suggeriti dalla nonviolenza.