Servizio Civile: al via i corpi civili di pace
Per ora in fase sperimentale fino al 2016. (Redazione)
"E' stato registrato dalla Corte dei Conti il decreto interministeriale, che disciplina l'organizzazione del contingente di Corpi civili di Pace, istituito in via sperimentale per il triennio 2014-2016" con la legge 147 del 2013. Lo scrive in una nota il dipartimento della Gioventù e del servizio civile nazionale della presidenza del Consiglio. Il decreto, che è in via di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, prevede l'invio di 500 giovani volontari che svolgeranno azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto e nelle aree di emergenza ambientale.
L'intervento dei Corpi civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione: sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione; sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l'attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti; monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario; attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio; educazione alla pace; sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.
Entro 60 giorni dall'entrata in vigore del decreto, saranno disciplinate le caratteristiche e le modalità per la redazione e la presentazione dei progetti di servizio civile nazionale da realizzare per la sperimentazione dei corpi civili di pace, unitamente ai criteri per la selezione e la valutazione degli stessi.
"In uno scenario internazionale in cui spesso sembra prevalere la logica del terrore, dell'uso della forza, del ricorso al conflitto armato -scrive il sottosegretario Luigi Bobba- questo modello sperimentale si propone l'obiettivo della ricerca di vie alternative all'uso della forza militare quale strumento principe per la risoluzione dei conflitti. Si punta sul fattore umano, - conclude Bobba- e sulla cooperazione tra persone, gruppi sociali e popoli in linea con la vocazione che da sempre distingue il nostro Paese nel costruire azioni di solidarietà, di dialogo e di pace nel mondo".