Terzo Settore: ecco cosa prevede la riforma sul Servizio Civile Universale

di Feliciana Farnese

Tra le novità la definizione dello status giuridico dei giovani ammessi; possibilità di riconoscimento dell'esperienza fatta a fini lavorativi. (Redazione)

SOLIDARIETA La delega al governo per la riforma del Terzo Settore prevede anche l' istituzione del Servizio Civile universale. Ecco, in pillole, le indicazioni previste dal testo:

 

- istituire un Servizio Civile universale finalizzato alla difesa non armata attraverso modalità rivolte a promuovere attività di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale della nazione, sviluppo della cultura dell’innovazione e della legalità nonché a realizzare una effettiva cittadinanza europea e a favorire la pace tra i popoli;

- prevedere un meccanismo di programmazione, di norma triennale, dei contingenti di giovani di età compresa tra 18 e 28 anni, anche cittadini dell’Unione europea e soggetti ad essi equiparati ovvero stranieri regolarmente soggiornanti o partecipanti ad un programma di volontariato, che possono essere ammessi al servizio civile universale e di procedure di selezione ed avvio dei giovani improntate a principi di semplificazione, trasparenza e non discriminazione;

- definire lo status giuridico dei giovani ammessi al Servizio Civile universale, prevedendo l’instaurazione di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro;

- coinvolgere gli enti territoriali e gli enti pubblici e privati senza scopo di lucro;

- prevedere criteri e modalità di accreditamento degli enti di servizio civile universale;

- prevedere un limite di durata del servizio civile universale che contemperi le finalità del servizio con le esigenze di vita e di lavoro dei giovani coinvolti e della possibilità che il servizio sia prestato, in parte, in uno dei paesi dell’Unione europea, nonché, per iniziative riconducibili alla promozione della pace e alla cooperazione allo sviluppo, anche nei paesi al di fuori dell’Unione europea;

- riconoscere e valorizzare le competenze acquisite durante l’espletamento del servizio civile universale in funzione del loro utilizzo nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo.