Servizio civile. Più vicino quello “Universale”. Ecco cosa cambia

di Marco Di Maro

Tutte le novità della riforma. (Redazione)

senato La riforma del servizio civile approvata ieri dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, recependo gli emendamenti del Relatore di maggioranza sen. Stefano Lepri, sancisce la lenta transizione di questo Istituto nato 15 anni fa verso la forma "universale" voluta dal premier Renzi. Tra le novita' principali della nuova legge delega c'e' infatti quella apertura ai giovani "italiani e stranieri regolarmente soggiornanti" di fatto gia' sancita dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 119 del 2015, ma ancora mai recepita a livello legislativo. Il servizio civile "universale" rimane comunque ancorato all'art. 52 della Costituzione Italiana, che lo colloca nell'eredita' dell'obiezione di coscienza al servizio militare, nonche' all'articolo 11, quindi come "difesa non armata della patria e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica". Per i giovani in servizio civile e' finalmente prevista in maniera esplicita una certificazione delle competenze nonche' l'identificazione di uno "status" proprio, prevedendo l'instaurazione "di uno specifico rapporto di servizio civile non assimilabile al rapporto di lavoro, con previsione dell'esclusione di tale prestazione da ogni imposizione tributaria". Definita anche la questione della governance attribuendo allo Stato le funzioni di "programmazione, organizzazione, accreditamento e controllo del servizio civile universale" nonche' la realizzazione, con il coinvolgimento delle Regioni, "dei programmi da parte di enti locali, altri enti pubblici territoriali ed enti di Terzo settore".

Alle Regioni e agli altri enti territoriali viene data la possibilita', al contrario di quanto previsto oggi dal protocollo di intesa del 2006, "di attivare autonomamente progetti di servizio civile con risorse proprie, da realizzare presso soggetti accreditati". La riforma prevede anche la riduzione della durata del servizio ad 8 mesi, rispetto ai 12 attuali, nonche' la "possibilita' che il servizio sia prestato, in parte, in uno degli Stati membri dell'Unione europea nonche', per iniziative riconducibili alla promozione della pace e della nonviolenza e alla cooperazione allo sviluppo, anche nei Paesi al di fuori dell'Unione europea".

La legge delega esplicita inoltre la natura della Consulta  nazionale del servizio civile, prevedendone una composizione "sulla base del principio di rappresentativita' tra tutti gli enti accreditati, anche con riferimento alla territorialita' e alla rilevanza per ciascun settore di intervento". I decreti di attuazione della legge delega aprono infine la strada ad una verifica piu' stringente "dell'attivita' svolta dagli enti di servizio civile universale, anche con riferimento ai contributi finanziari erogati dalle competenti strutture della Presidenza del Consiglio dei ministri in relazione all'attuazione dei progetti di servizio civile universale, a carico del Fondo nazionale per il servizio civile".

(Fonte Redattore Sociale_FSp)