Luigi Coluccino, la voce di tutti i giovani del Servizio Civile nell’udienza con Papa Francesco

di Redazione

Il testo integrale del discorso di ringraziamento e saluto del Rappresentante Nazionale dei volontari in Servizio Civile in occasione dell’udienza dello scorso 26 Novembre in Sala Nervi cui hanno partecipato circa 7000 ragazzi provenienti da tutta Italia

luigi coluccino 26

“Sua Santità, Caro Francesco, Caro Amico,

Con profonda gratitudine e affetto che Le porto il saluto e l'abbraccio dei giovani che hanno svolto e attualmente svolgono il servizio civile nazionale.

Vorrei che con queste parole potesse sentire e assaporare la forza e l’entusiasmo che aleggia qui oggi… tra le migliaia di ragazzi che, pur nella difficoltà di questi tempi incerti, hanno deciso di non essere indifferenti. Siamo Noi! I volontari in servizio civile.

Giovani che hanno colto l’essenza di essere parte di una terra che non è solo entro i confini della nostra città, del nostro Paese, dell'Europa ma del mondo intero.

Una terra di uomini e donne con un unico sentimento nel cuore: la pace.

Liberamente scegliamo di iniziare questa avventura con la voglia e l’obiettivo di rendere il mondo un posto migliore, di condividere con gli altri il nostro essere, i nostri talenti e il sogno di costruire una civiltà di rispetto, dignità, libertà, uguaglianza e giustizia.

In occasione dell'ultima GMG Lei, Sua Santità, ha chiesto a tutti noi giovani: "Vuoi Una vita piena?" …oggi noi siamo qui per risponderLe a gran voce SI.

Siamo qui per dirle che abbiamo scelto di lasciarci “commuovere” dall’altro, dal più debole, perché è proprio il più debole a rendere la nostra vita davvero piena.

Vogliamo anche ricordare che prima ancora di scegliere il servizio civile, abbiamo anche scelto di rispettare e salvaguardare la nostra Costituzione.

Il servizio civile come forma di condivisione è esempio di crescita, formazione, educazione ai valori della cittadinanza attiva e soprattutto sintomo di amore per noi stessi e per il nostro futuro.

Ispirato dalla scelta del suo nome, così importante, sento di dover ricordare e accostare la nostra vita a quella di San Francesco D’Assisi, un giovane volontario in servizio civile del suo tempo, che non ha avuto paura di ascoltare se stesso, di abbandonare la guerra e dedicarsi ai più deboli, alla sua città, ai malati.

È la carezza ad un lebbroso che oggi rende la sua figura cosi grande.

L’aiuto reciproco restituisce all'individuo e al popolo la propria dignità.

Vogliamo testimoniare che in ognuno di noi c'è la grinta necessaria per contagiare il mondo e sperare che davvero la guerra possa essere ripudiata e così ogni sua forma di violenza.

Non smettiamo di credere nell'efficacia dell'educazione.

Il frutto di queste mie parole è maturato anche e soprattutto dal mio anno di servizio civile, svolto oltre confine, a Parigi, con il progetto delle ACLI: ”La forza degli avi e le energie dei giovani”.

Un progetto incentrato sull’incontro tra nuove e vecchie generazioni di migranti italiani che ad inizio ‘900, viste le difficoltà del nostro Paese, hanno deciso di cercare fortuna altrove. Difficoltà che oggi vivono altri popoli, altri fratelli che a loro volta cercano rifugio proprio qui, in Italia.

Noi volontari in servizio civile nazionale siamo chiamati a mediare i conflitti, ad aprirci verso gli altri e ad accoglierli nella nostra casa per confrontarci sulle diverse culture e  costruire quei ponti che ci porteranno a cogliere le meravigliose opportunità date dalla diversità.

Il mio anno di servizio a Parigi è stato segnato fortemente dai tragici attacchi terroristici di Charlie Hebdo, dell'Hypercacher e del Bataclan. Alla luce di quanto accaduto, noi volontari in servizio in Francia, Belgio e Germania abbiamo dedicato un momento di confronto con i nostri coetanei del Service Civique Francese e del Service Citoyen belga sul delicato tema della pace tra i popoli.

Non vi era dubbio fra noi che l'unica strada possibile per costruire una comunità mondiale multiculturale capace di convivere nel rispetto reciproco fosse il dialogo e la condivisione con i fratelli musulmani, ebrei o di altre religioni.

Il mio saluto da Rappresentante Nazionale dei Volontari è di continuare a contaminare e a lasciarsi contaminare da questa esperienza straordinaria.

A te Caro Francesco chiediamo di esserci sempre vicino come oggi!

Grazie”