Arriva l’ok della Commissione Affari Costituzionali al decreto legislativo sul Servizio Civile

di Katia Tulipano

Parere favorevole al primo decreto che attua la Riforma del Terzo Settore: poste però alcune condizioni al Governo Gentiloni

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Ieri pomeriggio la I Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha concluso con parere favorevole l’esame dello schema di decreto legislativo “recante istituzione e disciplina del servizio civile universale” (Atto n. 360). Dopo il giudizio positivo della Conferenza Unificata nella seduta del 24 novembre scorso e l’ok dell’analoga Commissione del Senato, il provvedimento che costituisce il primo schema di decreto che attua la legge n. 106 del 2016 di Riforma del Terzo Settore, compie un altro passo avanti verso l’approvazione definitiva.

Promosso quindi anche se con riserva. Nell’esprimere parere favorevole allo schema di decreto che istituisce e disciplina il Servizio Civile Universale, la Commissione pone al Governo Gentiloni due condizioni per l’approvazione definitiva. All’art. 5 comma 5 si sostituiscano le parole “sentite le Regioni interessate” con le parole “con il coinvolgimento delle Regioni interessate” e, “alla luce della giurisprudenza costituzionale”,  sia aggiunto un periodo con cui si prevede un parere rafforzato delle Regioni sui “programmi di intervento che riguardano esclusivamente specifiche aree territoriali” valutati e approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Altra condizione: il coordinamento degli articoli (25 e 50 comma 9bis) del decreto legge 17 ottobre 2016 n. 189, approvato in via definitiva dalla Camera dei Deputati lo scorso 14 dicembre, che incrementano di 146,3 milioni di euro il Fondo Nazionale Servizio Civile portando la dotazione disponibile per il 2017 a 257,3milioni di euro.

Proposte inoltre una serie di osservazioni che toccano temi fondamentali per il futuro Servizio Civile Universale.

Sotto la lente di ingrandimento “l’orario minimo lavorativo, oggi fissato a 30 settimanali” rispetto al quale la Commissione, recependo in parte quanto chiesto dalla Rappresentanza Nazionale dei volontari e dal Forum Nazionale Servizio Civile, afferma l’opportunità di valutare “una possibile rimodulazione prevedendo una soglia minima di 25 ore e adeguando, eventualmente, anche la soglia massima”. “Non si può non tener presente la necessità di rendere compatibile l’impegno richiesto dal Servizio Civile, forma di volontariato continuativa anche se in un periodo di tempo limitato, con la vita quotidiana dei giovani che, in questo momento storico, è profondamente segnata dalla crisi occupazionale” hanno sottolineato il FNSC e la RVSCN nel documento inviato alla I Commissione Affari Costituzionali in cui si chiede addirittura un abbassamento a 20 ore settimanali dell’orario di servizio “superando un’anacronistica impostazione da obbligo di leva di cui ancora oggi il servizio civile sembra ostaggio”.

Altri aspetti presi in considerazione dalla Commissione nelle osservazioni riguardano la previsione di un’intesa con la “Conferenza permanente con i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie autonome di Trento e di Bolzano considerato che la programmazione è destinata ad incidere su settori rientranti negli ambiti di competenza legislativa regionale”. Si invita inoltre a valutare opportunità di prevedere, con riferimento all’Albo nazionale, l’istituzione di “distinte sezioni regionali alle quali possono iscriversi enti di servizio civile universale che operino esclusivamente nel territorio di un’unica regione” e la riduzione a 30 della soglia minima di sedi attuazione richieste per l’accreditamento (attualmente è fissata a 100).