Con il Servizio Civile Universale cambia il ruolo delle Regioni

di Redazione

Un focus di approfondimento sul sito del Servizio Civile della Regione Lazio.

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Cambiano il ruolo e le responsabilità delle Regioni nel nuovo Servizio Civile Universale. É quanto viene confermato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto n. 40 del 6 marzo 2017 che riforma il Servizio Civile Nazionale in Servizio Civile Universale.

Il Decreto ridefinisce quasi del tutto le funzioni delle Regioni e delle Provincie Autonome nella selezione e valutazione dei progetti di servizio civile. Queste infatti svolgeranno un ruolo consultivo nella fase di predisposizione del Piano triennale e dei Piani annuali, esprimeranno il parere in sede di Conferenza Stato-Regioni e saranno coinvolte nella valutazione dei programmi di intervento per specifiche aree territoriali approvati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Potranno, comunque, attuare programmi di servizio civile universale con risorse proprie, previa approvazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, sostenendo progetti di interesse territoriale.

Le Regioni, come indicato nell’art 7 comma 2, avranno, inoltre, la possibilità di sottoscrivere uno o più accordi con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per svolgere la formazione del personale degli enti di servizio civile universale, compiere controlli e ispezioni sulla gestione delle attività nel territorio regionale. Una novità in questo ambito è rappresentata dalla possibilità per le Regioni di valutare i risultati relativi agli interventi svolti dagli enti di servizio civile universale e realizzati nei territori di competenza. In mancanza di tali accordi, la Presidenza del Consiglio dei Ministri provvederà allo svolgimento delle attività sopra indicate.

Cambiano anche le regole di accreditamento degli enti, cui sarà richiesta una capacità organizzativa di 100 sedi (art. 11 comma 3). All’Albo degli enti di SCU potranno iscriversi però anche gli enti che operano esclusivamente nel territorio di un’unica regione e con una articolazione minima di 30 sedi di attuazione (ART 11 comma 4). Anche i soggetti di dimensione locale e regionale che si accreditano alle sezioni regionali dovranno disporre di un personale esperto al livello di ente nazionale. Sarà infatti necessaria una dotazione di personale qualificato in possesso di idonei titoli di studio, o di esperienza biennale nelle relative funzioni, ovvero che abbia svolto specifici corsi di formazione. In particolare, ogni ente dovrà avere un coordinatore responsabile del SCU, un responsabile della sicurezza ai sensi del dlgs n. 81 del 2008, uno della formazione degli operatori volontari e dei relativi formatori il quale dovrà anche occuparsi della valorizzazione delle competenze, un responsabile della gestione degli operatori volontari, uno per l'attività informatica, uno infine per le attività di controllo, verifica e valutazione del servizio civile universale.

Gli enti, inoltre, avranno il compito di sviluppare attività propedeutiche per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite dagli operatori volontari durante lo svolgimento del servizio civile universale.

 

Fonte Servizio Civile Regione Lazio