Servizio Civile? “Un rifugio per giovani disoccupati” dicono, per la Rappresentanza dei volontari un’esperienza di valore

di Redazione

La replica della Rappresentanza Nazionale dei Volontari in Servizio Civile all'articolo de "La Stampa".

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Nei giorni scorsi il giornale “La Stampa” ha pubblicato un articolo sul Servizio Civile definendolo “rifugio per i giovani disoccupati”.

Intendiamo innanzitutto discostarci da questa definizione impropria e fuorviante del Servizio Civile. I titoli iperbolici dei giornali sono un’arma a doppio taglio, spesso tendono a sacrificare il senso e il valore, ma noi siamo convinti che il Servizio Civile non può e non deve essere confuso con un lavoro.

Il servizio de “La Stampa” sebbene offra un quadro ampio e dettagliato, incrociando le esperienze dei giovani in servizio ai dati rilevati da alcuni dei principali esperti accreditati sul fenomeno, presenta tuttavia un montaggio non accurato che rende necessario chiarire alcuni dei punti che vengono trattati nell’articolo, nonché segnaliamo un’inadeguata terminologia usata più vicina ai temi delle politiche per il lavoro. Il Servizio Civile non è una politica per il lavoro, lo chiariamo.

Nel particolare il paragrafo dedicato al racconto dei volontari in servizio presso il Comune di Arezzo, vede il Sindaco protagonista di una singolare dichiarazione affermando che il Servizio Civile è “per il Comune una risorsa preziosa in termini di forza lavoro” tale da operare negli anni una riduzione del personale. Il Servizio Civile è un’esperienza di formazione per i giovani e di crescita per le comunità non di sostituzione degli impiegati comunali: chiediamo una chiarificazione dei termini utilizzati.

In tale quadro si rendono doverose alcune precisazioni circa la diversità che intercorre tra un’esperienza di Servizio Civile Nazionale ed una di Servizio Civile Regionale solo accennata nell’articolo.

La questione è in realtà molto più complessa.

Il Servizio Civile è istituito a livello nazionale dalla Legge 6 marzo 2001, n. 64 "Istituzione del Servizio Civile Nazionale" che fissa al Capo I quei princìpi e finalità ripresi dal D.Lgs n. 40/2016 in attuazione dell’articolo 8 della Legge 6 giugno 2016, n. 106 che istituisce e disciplina il nuovo Servizio Civile Universale. Le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi del successivo D.Lgs. 77/2002 a norma dell’articolo 2 della legge 64/2001 hanno istituito rispettivamente, albi su scala regionale e provinciale, ai quali potevano iscriversi enti ed organizzazioni che svolgono attività esclusivamente in ambito regionale e provinciale.

Ogni Regione o Provincia autonoma può disciplinare mediante Legge Regionale finalità, settori d’impiego, requisiti di ammissione, nonché durata, orari di servizio e compensi, del proprio Servizio Civile. Tale discrezionalità si è nel tempo spesso discostata dall’esperienza di Servizio Civile Nazionale generando un vero e proprio moto parallelo di “servizi civili regionali” spesso anche tra loro molto diversi e a cui si rifà il racconto dei volontari di Arezzo, e che il nuovo Servizio Civile Universale intende superare.

Puntualizzazioni di natura assai tecnica ma a nostro avviso fondamentali affinché i mezzi d’informazione, lo strumento attraverso cui le notizie vengono veicolate, possano caricarsi di una maggiore responsabilità culturale offrendo un quadro sempre più accurato e spesso distorto di un’esperienza che mette a disposizione delle comunità la passione e le competenze dei giovani, per contribuire a quel cambiamento che vogliamo e in cui crediamo.