Servizio Civile Universale: incontro a Roma per la riforma dell’Istituto

di Giuseppe Meccariello

Durante l’incontro sono state delineeate le modalità di passaggio degli enti dagli albi di Servizio Civile Nazionale, al nuovo albo di Servizio Civile Universale.

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Ieri mattina, presso il Dipartimento Gioventù e Servizio Civile Nazionale, si è tenuto un incontro sulla riforma del Servizio Civile. Una riforma “tanto ambiziosa quanto complessa”, come definita dal Presidente di Amesci e del Forum Nazionale Servizio Civile Enrico Maria Borrelli. L’Ordine del Giorno ha riguardato la definizione delle modalità di passaggio degli enti già accreditati, dagli albi di Servizio Civile Nazionale al nuovo albo di Servizio Civile Universale.

Tra i punti principali della legge sulla riforma, c’è la previsione dell’impiego di 100.000 giovani l’anno; traguardo che, come dichiarato da Matteo Renzi, sarebbe stato raggiunto entro il 2017. Come riportato dall’articolo del Corriere della Sera di ieri 14 novembre 2017, firmato da Rossella Verga, sono stati attivati solo 53mila posti, nonostante le domande siano state più di 100mila. Conseguentemente a ciò, la Conferenza nazionale degli enti di Servizio Civile (Cnesc) ha sottolineato l’inadempienza del Governo, accusato di aver stanziato fondi insufficienti per il conseguimento del traguardo sopra citato.

L’intervento dell’on. Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali (nel quale sono stati menzionati ulteriori fondi accessori che saranno stanziati, per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro),  ha in parte risollevato i membri della Cnesc. Nonostante ciò, l’obiettivo finale sembra ancora lontano.

“Un traguardo – scrive Borrelli all’interno della sua pagina Facebook – a cui mancano ancora le necessarie risorse finanziarie, un’adeguata struttura dipartimentale, l’adeguamento della piattaforma informatica e una più chiara definizione del ruolo e delle responsabilità degli enti accreditati”.  

Durante l l'incontro, è stato definito il perimetro di responsabilità che spettano al Dipartimento Nazionale – che lo Stato non può più sottovalutare. All'interno del suo post, infatti, Enrico Maria Borrelli ha specificato che "Non è più sostenibile affidare ad enti del privato sociale, che si occupano di solidarietà e non di selezione del personale, la gestione e l’enorme responsabilità di valutare ogni anno centinaia di migliaia di giovani, assumendosene gli oneri organizzativi ed economici a cui si aggiungono gli enormi rischi giuridici connessi alla gestione di un bando pubblico.
Una delega di responsabilità dallo Stato agli enti che assoggetta questi ultimi agli attacchi dell’opinione pubblica, alle denunce dei giovani esclusi e, dulcis in fundo, ad un atteggiamento poliziesco e tutt’altro che collaborativo del Dipartimento".

Si evidenzia, dunque, il bisogno di “risposte chiare e rassicuranti” – conclude il presidente del Forum – che il Governo e il Dipartimento dovranno necessariamente dare, per assicurare al Servizio Civile un futuro radioso.