Competenze, fondi e programmazione triennale del Servizio civile: parla Titti Postiglione

di Giuseppe Meccariello

Nell’intervista concessa a Vita.it il Capo dell’Ufficio per il Servizio Civile Universale ha parlato anche del nuovo bando 2019

TittiPostiglione

Programmazione triennale, dotazione finanziaria e adeguamento del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale: questi i punti principali su cui verte l’intervista del quotidiano online Vita a Titti Postiglione, capo dell’Ufficio per il Servizio civile universale del DPGSCU.

50mila ragazzi impegnati in 6000 progetti, di cui più di settecento realizzano progetti all’estero: la “fotografia” offerta dalla Postiglione è quella di un Servizio Civile vivo, operativo ed efficiente, “una macchina intesa non certo solo come Dipartimento ma come “sistema”, composto da Stato, Regioni e Province Autonome, enti e ragazzi, che funziona bene”. A conferma di ciò, il Capo Ufficio SCU ha annunciato che il prossimo bando per la selezione dei volontari partirà presto.

“Contiamo di mantenere la tempistica dello scorso anno, quindi il bando è in uscita il prossimo settembre” ha dichiarato “Stiamo infatti ultimando, con le Regioni e le Province Autonome, il lavoro di valutazione dei progetti 2018 presentati dagli enti di servizio civile. Usciranno le graduatorie e sulla base delle risorse disponibili per il 2019 si stabilirà quanti progetti verranno finanziati e per quanti volontari totali”.

L’intervista si è poi concentrata sulle risorse finanziarie, ad oggi pari a circa 232 milioni di euro, per 41mila posti, che – ha fatto notare Vita – sono 12mila in meno rispetto all’anno precedente. “Nella programmazione triennale di bilancio del precedente Governo erano stati previsti per il 2019 circa 152 milioni di euro che sono diventati, grazie ad un primo intervento di recupero di risorse da parte del Sottosegretario Spadafora, circa 188 milioni nella legge di bilancio 2019. A tale cifra avremmo dovuto sottrarre circa 12 milioni per un accantonamento preventivo in risposta agli ordinari tagli di bilancio operati anche sulle strutture della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Questo il punto di partenza. Oggi, proprio grazie all’impegno promesso, il Fondo ha a disposizione questi 232 milioni di euro” ha spiegato Titti Postiglione “[...] In ogni caso l’impegno del Sottosegretario (Vincenzo Spadafora, ndr) prosegue ed eventuali nuove risorse saranno tutte destinate a sostenere l’avvio in servizio di giovani volontari”.

Ma il tema delle risorse non è l’unico affrontato quando si parla di servizio civile universale: “Immaginiamo di avere miracolosamente risorse per coprire tutte le 124 mila domande dello scorso anno. Che vuol dire avere oltre 700 milioni di euro, cosa evidentemente inimmaginabile. Ma anche qualora fosse possibile, il punto è avere progetti in grado di ospitare tutti questi ragazzi. È molto difficile soprattutto dal momento che vogliamo progetti in cui i ragazzi vengano seguiti nel modo giusto. Cioè progetti di qualità come quelli cui ci hanno abituato gli enti in questi anni, al netto di qualche esperienza non particolarmente riuscita”. Non solo numeri, dunque, ma è sulla consistenza dei progetti che bisogna soffermarsi: “Se ci fosse anche qualche numero in meno, ma riuscissimo a lavorare di più su una qualità che è già eccellente, ma che può essere incrementata, sarebbe comunque un ottimo risultato” dice la Postiglione.

Per raggiungere questo obiettivo, è stata introdotta la prima forma di riconoscimento e valorizzazione delle competenze acquisite dai ragazzi con il Servizio Civile, prevista dal decreto legislativo 40 del 2017: un attestato che “enumera le competenze che il ragazzo ha avuto la possibilità di acquisire nel corso del suo servizio, che tra le altre cose prevede anche una fase intensa di formazione generale e specifica”. Grande rilievo è stato dato alle cosiddette soft skills, “che non solo rappresentano l’esito di una esperienza personale straordinaria, ma che tutte le ricerche ci dicono essere le competenze cui anche le aziende guardano oggi maggiormente”.

Agli enti che hanno espresso l'idea che il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale debba essere potenziato date le tante mansioni aggiuntive acquisite, prima delegate ad altri organi, il Capo Ufficio SCU ha risposto: “Non posso non dare loro ragione. Ma se andiamo a vedere il decreto legislativo 40 scopriamo che si dice che la Riforma del Servizio Civile si attua non solo senza nuovi oneri per la finanza pubblica ma anche senza variazione di dotazione organica alle struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. È evidente che sia un problema. È un'esigenza quella dell'adeguamento che sentiamo noi prima ancora degli Enti”.

Una prima soluzione è stata offerta con la nuova organizzazione interna del DPGSCU, che risponde strutturalmente meglio ai nuovi impegni, “anche sul tema più ampio delle politiche giovanili”. “Quello che posso poi dire è che, ad esempio, la legge apre in realtà molti spazi in termini di funzioni e competenze. Ad esempio è vero che il Dipartimento ha in capo la valutazione di tutti i progetti e non solo quelli di competenza nazionale. Ma la legge dice anche che lo fa con il coinvolgimento delle Regioni. E così su diversi punti. Per noi il ruolo delle Regioni e le Province Autonome continua ad essere essenziale su tanti punti - ispezioni, formazione, valutazione ad esempio - e ne stiamo discutendo proprio con loro, perché la collaborazione e il sostegno siano pieni e sostenibili” ha dichiarato.

Nell’ultima parte dell’intervista, Titti Postiglione ha introdotto la questione della nuova programmazione triennale: “Proprio su questo è attivo da febbraio un tavolo di lavoro con la Consulta nazionale del Servizio civile, che si è già riunito sette volte e che presiedo, dove siedono i principali enti e le loro rappresentanze ma anche i rappresentanti dei volontari. Stiamo ragionando per immaginare insieme le basi del piano triennale. E lo stesso stiamo facendo con le Regioni e Province Autonome e abbiamo iniziato a fare con le Amministrazioni competenti per i diversi settori in cui opera il servizio civile. Sarebbe stato più semplice per noi scrivere il piano in autonomia e poi sottoporlo a pareri e intese formali. Ma siamo convinti che vada invece costruito insieme, perché solo così potrà essere davvero efficace, soprattutto in una fase così delicata di passaggio dove bisogna tener conto anche della sostenibilità delle scelte”.

Per la Capo Ufficio per il Servizio Civile Universale, la quale ha individuato la necessità di prevedere nella programmazione meno interventi “spot” e più interventi coerenti con un disegno generale che risponda ai bisogni del Paese e dei territori, gli enti sono sicuramente preoccupati per il un sistema in cambiamento: “ma in effetti costruendolo insieme questo percorso non ci saranno sorprese. Certo bisognerà fare tutti uno sforzo in più, a partire da noi”.

L’intervista si è conclusa con un’importante previsione: “il nostro proposito è che entro l’anno possa essere pubblicato l’ avviso agli enti per la presentazione di programmi di intervento e progetti sulla base del Piano triennale. Che quindi dovremmo poter aver definito nelle sue linee principali entro la fine dell’estate”.

(Fonte: VITA / Fonte Foto: VolontariatOggi.info)