Il "Giornale" attacca il servizio civile: scoppia la polemica.

di Anna Laudati

Di Francesco  Enrico Gentile (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

apeverde1.gif“Il servizio civile? Pagati per vendere banane”. Questo il titolo di un articolo di oggi pubblicato su “Il Giornale” che ha scatenato molteplici polemiche tra gli “addetti ai lavori”. Scorrendo il bando del 2007 il cronista del quotidiano milanese ha delineato, in modo per nulla velato, il servizio civile come simbolo dell’Italia degli sprechi.

A sostegno della propria tesi Marco Zucchetti, questo il nome del giornalista, sottolinea ironicamente i progetti di “Bottega solidale”, che prevedono l’impegno dei volontari in attività di commercio equo e solidale. Determinando un giudizio di valore sulle diverse attività tra cui possono scegliere i giovani dai 18 e i 28 anni, Zucchetti, di fatto parifica i volontari in servizio civile a commessi, riportando addirittura le proteste di piccoli esercenti che vedono in tale attività un sospetto di concorrenza sleale.

Vero obiettivo della polemica, appare in realtà essere “Arci servizio civile” assegnataria di 3.046 volontari; dato comparato dal cronista con quello della Caritas, alla quale il Bando 2007 assegna appena 1.603. Estremamente chiaro il tenore delle accuse de “Il Giornale”: citando testualmente dall’articolo: “…e fa niente se tenere un concerto vale come creare una mensa per i poveri”.

Immediata la reazione di “Arci Servizio Civile” che con il suo Presidente Licio Palazzini ribadisce il contributo di <<impegno civico di cui il nostro paese ha enorme bisogno>> fornito dai volontari, ribadendo la necessità di un impegno congiunto di Istituzioni e organizzazioni sociali a sostegno dell’esperienza di servizio civile.

L’affermazione conclusiva della nota diramata dall’Arci, manifesta tutto il fastidio e l’irritazione dell’ente fondato nel 1986 :<< Nel nostro sito c’e’ un ape simbolo di operosità silenziosa. Un’ape pacifica. E senza pungiglione”.

L’articolo si presta di fatto a riaprire il dibattito sul Servizio Civile, sugli strumenti di sostegno da individuare, sulla necessità di una revisione complessiva del sistema. Un dibattito che si annuncia vivace.