Coronaviurs, il Servizio Civile a lavoro per far ripartire il Paese: intervista al Capo Dipartimento Flavio Siniscalchi

di Katia Tulipano

Centinaia di enti hanno tempo fino alla mezzanotte di oggi per comunicare come riattiveranno i progetti di Servizio Civile attualmente sospesi facendo sì che da domani migliaia di giovani volontari possano contribuire alla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, «nel rispetto delle disposizioni del Governo e in linea con i principi di precauzione e cautela che il contesto impone».

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Il 15 aprile è infatti il termine indicato dal Capo Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Universale, Flavio Siniscalchi, nella circolare dello scorso 4 aprile che, in conseguenza dell’emergenza in atto e di quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1 aprile 2020, indica le nuove modalità di coinvolgimento degli operatori volontari. Ma non solo. «Attraverso procedure semplificate ed accelerate, la Circolare disciplina tutte le divere casistiche dei progetti, individua le modalità di attuazione, approfondisce gli aspetti dell’attività di formazione, monitoraggio e valutazione, dettaglia lo status dei giovani volontari e definisce il calendario dei prossimi avvii e subentri».

« L’obiettivo è quello di essere ulteriormente utili in questo momento di assoluta emergenza che colpisce il nostro Paese » spiega il Capo Dipartimento Flavio Siniscalchi a ServizioCivileMagazine. « Ci sono delle attività che anche nell’ordinario il Servizio Civile svolge in tanti settori che sono comunque funzionali al superamento dell’emergenza economica e sociale, oltre che sanitaria. Mission del Servizio Civile è infatti la salvaguardia delle categorie più deboli della popolazione e per questo motivo, dopo la sospensione dei progetti su tutto il territorio nazionale ed estero in seguito ai provvedimenti governativi, sono rimasti attivi centinaia di progetti che coinvolgono circa 3200 volontari che, grazie alla loro straordinaria sensibilità, hanno deciso di continuare a prestare servizio. Alla luce delle tantissime richieste che sono arrivate dai giovani e dai territori in sofferenza nella gestione della crisi la nostra ambizione è ora quella di poter coinvolgere quanti più volontari possibili. Abbiamo quindi dato ampia disponibilità agli enti di rimodulare i progetti perché in primo luogo va salvaguardata la salute dei ragazzi che prestano servizio che devono essere dotati dei dispositivi di protezione individuale e di tutti gli strumenti per poter operare correttamente e va inoltre verificato che il territorio, i Comuni in primis e gli enti stessi, siano nelle condizioni di poter attuare i progetti rendendoli efficaci per i nuovi bisogni che il Paese esprime».

«Gli enti hanno svolto un ruolo centrale. Grazie al loro radicamento sul territorio ed al lavoro di ascolto che stanno svolgendo anche in queste ore, hanno dovuto raccogliere i fabbisogni sul territorio e reimmaginare dei progetti che fossero funzionali sia all’emergenza che ai bisogni quotidiani delle comunità».

Nella circolare del 4 aprile il Dipartimento ha dettagliato una lunga serie di attività che gli operatori volontari potranno mettere in campo in assoluta sicurezza, da remoto o sul campo. «Abbiamo registrato che ci sono molti volontari al supporto dei Comuni, in particolare dei Centri Operativi Comunali, il luogo di raccolta e raccordo delle attività comunali funzionali alla gestione dell’emergenza, il cuore della comunità locale, dove arrivano le richieste dei fabbisogni della cittadinanza. Gli operatori volontari potranno supportare queste strutture sia da remoto, pensiamo ad esempio ai servizi informativi telefonici sulle attività che si possono espletare o meno, o attraverso progetti che si occupano di sostegno agli anziani, che in questo momento hanno bisogno della spesa o di medicinali».

Insieme all’intensificazione del lavoro di raccordo tra Regioni, Comuni e enti, coordinato dal Dipartimento, e ad uno sforzo di riprogettazione da parte degli enti, in queste ultime settimane l’emergenza Coronavirus ha anche acceso un forte dibattito sul ruolo del Servizio Civile.

53 intellettuali hanno firmato una lettera indirizzata al Presidente Conte ed al Ministro Spadafora invocando un rafforzamento e rilancio del Servizio Civile quale “forza nazionale giovanile” con “la missione di aiutare le fasce più deboli della cittadinanza, a fianco della Protezione Civile e altre organizzazioni già attive”. Per far si che ciò accada, secondo il Capo Dipartimento «C’è bisogno sicuramente di dare continuità ai finanziamenti per il Servizio Civile. Da quest’anno abbiamo adottato una nuova modalità di progettazione che è quella della programmazione triennale. Poter dare continuità nell’ambito di un triennio ai finanziamenti e immaginare che ci sia un contingente pari a 50.000 volontari all’anno, consentirebbe da un lato agli enti di poter fare una programmazione ben calibrata sulla base dei numeri che vengono annualmente garantiti e ai giovani di poter essere sempre più partecipi di questa esperienza. Basti pensare che lo scorso anno a fronte delle 85.000 domande pervenute siamo riusciti a coprire progetti per circa 40.000 volontari, meno della metà. Diminuire questo gap garantirebbe una maggiore continuità ed una più efficace programmazione da parte degli enti».

La risposta sembra quindi essere in un “Un discorso strutturale per il nostro Paese con una prospettiva almeno triennale” come indicato dal Ministro Spadafora sulle pagine dell’Avvenire.

«Assolutamente si, ed infatti il Ministro sta lavorando proprio in queste ore per far rientrare nei decreti di prossima adozione da parte del governo un rifinanziamento del Fondo che consenta di arrivare ad un plafond di circa 250 milioni annui».

L’auspicio sarebbe che nella prossima Legge di Stabilità il Servizio Civile rientrasse tra le politiche strutturali per il nostro Paese. «Non è solo un auspicio. Noi abbiamo già pronti i provvedimenti con le relative coperture finanziare, ma ci auguriamo che ci sia una convergenza di tutto il Parlamento sul fatto di dover adottare una politica che dia solidità e continuità al Servizio Civile. Su questo il Ministro Spadafora si sta spendendo in tutte le sedi parlamentari e di governo con l’obiettivo di sensibilizzare i vari interlocutori a dare spazio e voce a questi ragazzi che meritano di avere un riconoscimento attraverso una maggiore certezza ed una stabilizzazione del percorso e non rischiare che ogni anno si arrivi fino all’ultimo con l’assoluta incertezza dei fondi a disposizione».