Premio giornalistico. Fuori dal giro: dare voce agli emarginati sociali
Dalla Commissione europea un premio per i giornalisti che promuovono il tema della povertà e dell’esclusione sociale. Presentato a Perugia, il premio tenta di attirare l'attenzione dei mass media sulla povertà in Europa per far in modo che “esclusione” non voglia significare anche solitudine. (Caterina Ferrara)
"Esclusi, tagliati fuori ". Chi vive la vita su due ruote anziché su due gambe, con barriere da abbattere che spesso sono più umane che architettoniche; Poveri che vivono dietro casa, per strada o nelle stazioni e non solo nei lontani paesi “non industrializzati” per i quali sono stati messi su piani di emergenza e una disciplina chiamata ”economia di sviluppo”; Quanti passano per il carcere minorile e per la tossicodipendenza: sono questi gli emarginati sociali.
Uno dei rischi maggiormente legati alla condizione di esclusione e che essa si trasferisce con estrema facilità da una generazione all’altra, perdurando in un arrestabile processo vorticoso. A rendersi necessaria è, pertanto, la presenza di istituzioni formali e informali che possano reggersi sulla capacità di agire degli individui, sulla capacità istituzionale, e sulla partecipazione ai processi decisionali, insomma una politica di inclusione sociale, qualcosa che purtroppo resta quasi sempre un nome sulla carta.
Gli esclusi, invece, hanno bisogno di azioni concrete e più di ogni altra cosa di categorie professionali che si facciano portavoce ogni giorno dei loro diritti e doveri perché se ne parli e se ne continui a parlare. A rientrare in queste categorie sono i giornalisti che contribuiscono con il proprio lavoro a una maggiore sensibilizzazione e a una più ampia comprensione della povertà e dell'esclusione sociale.
Ed è così che per sostenere e dare loro un riconoscimento la Commissione europea ha istituito il Premio giornalistico 2010 per l'Anno europeo dedicato proprio alla “Lotta alla povertà e all'esclusione sociale”, iniziativa nata con lo scopo di promuovere una migliore comprensione della questione, delle sue cause e possibili soluzioni. Il Premio, aperto a giornalisti di carta stampata, testate Web e informazione audiovisiva provenienti dai 27 Stati membri del’UE, dall’Islanda e dalla Norvegia, vedrà scendere in campo una giuria che valuterà l’originalità dei lavori, il rispetto dell’etica giornalistica, l’approccio in termini di ricerca e impegno sul campo.
Le candidature potranno essere segnalate anche da terze persone o dall’organo di informazione, previo consenso del giornalista interessato. I lavori inviati saranno giudicati a livello nazionale ed in seguito i vincitori, divisi per categoria (carta stampata, Web e informazione audiovisiva), verranno iscritti al concorso europeo. L’assegnazione dei premi avverrà nel corso di una cerimonia che si terrà a Bruxelles il 17 dicembre 2010.
L’esclusione sociale è senz’altro una conseguenza della povertà e della mancanza di funzioni di base quali la buona salute, l’istruzione, le condizioni abitative e la libertà di scegliere e agire. Ma le ragioni di questa esclusione sono da ricercare nella discriminazione, nella limitazione dell’accesso alle risorse e alle opportunità e persino nell’autoesclusione, ovvero nei comportamenti e nei valori antisociali e/o patologici.
Un mezzo per l’integrazione sociale è certamente rappresentato dal lavoro oltre che dall’offerta di beni e servizi pubblici. Il concetto di "esclusione sociale" è stato definito in Italia dalla Legge n. 328, dell’8 novembre 2000, anno in cui venne stabilito a Lisbona un programma politico per l’inclusione sociale basato su 3 tipi di attività: garantire a tutti l’accesso alle risorse di base, i servizi sociali e i diritti necessari per la partecipazione nella società; combattere le forme estreme di esclusione; coinvolgere nel processo di progettazione e realizzazione delle politiche tutti i livelli di governo e gli attori rilevanti.
Presentato dalla Commissione europea in occasione del Festival internazionale del giornalismo di Perugia, il premio tenta, quindi, di attirare l'attenzione dei mass media sulla povertà in Europa per far in modo che “esclusione” non voglia più dire - solitudine -.