Politiche sociali a Napoli, quasi approvato il bilancio. Intervista all’Assessore D’Angelo

di Ornella Esposito

In dirittura di arrivo il bilancio di previsione 2012 del Comune di Napoli. Per le Politiche Sociali, lo sforzo è stato quello di non ridurre gli stanziamenti, nonostante i tagli da parte dello Stato e della Regione. (Ornella Esposito)

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Tra i “suggerimenti” della Corte dei Conti ed il rischio di rimpasti, al Comune di Napoli la prossima settimana verrà approvato il bilancio di previsione 2012. Pesano come macigni sulle casse comunali i tagli operati sui trasferimenti statali e regionali che, di fatto, hanno accorciato significativamente la già striminzita coperta delle risorse finanziarie comunali.

Rispetto alle Politiche sociali, la Giunta arancione ha sempre dichiarato di ritenerle indispensabili ed imprescindibili, e sta cercando di dimostrarlo in questo momento, quello in cui è chiamata a “fare i conti”. Nonostante gli ingenti tagli, è riuscita a mantenere lo stesso impegno finanziario dello scorso anno, se non qualche piccola cosa in più. Il tutto mentre l’ 8 Giugno è stato indetto dai Cobas il Welfare Day per chiedere, tra le tante cose, un piano (già più volte concordato con il terzo settore) di rientro del debito di Palazzo S. Giacomo verso i terzo settore, strozzato dai tagli e dagli insostenibili ritardi nei pagamenti.

ServizioCivileMagazine ha intervistato l’Assessore alle Politiche Sociali, Sergio D'Angelo.

Assessore, quante risorse per le Politiche Sociali nel bilancio di previsione 2012?
Dunque, sono previsti 54 milioni di euro dalle casse comunali, cui vanno sommate le risorse aggiuntive (fondi legge 328/00, 285/97, fondi per l'immigrazione) e 9 milioni di euro che il Ministero del Welfare ci sta per dare per le misure di contrasto alla povertà. Complessivamente avremo circa 92 milioni di euro per le politiche sociali, e riusciremo a passare da una spesa procapite nel 2010 di circa 70 euro, ad una spesa procapite di circa 100 euro nel 2012. Il tutto in un momento in cui i tagli da parte dello Stato e della Regione sono stati devastanti: il Fondo Politiche Sociali è stato tagliato per l' 87%, il fondo per le autosufficienze è stato cancellato, per esempio.

A proposito dagli interventi di contrasto alla povertà. In bilancio pare che siano stati messi meno soldi su minori e famiglie, e più soldi sul contrasto alla povertà.
In realtà, abbiamo riequilibrato un po' la spesa. Avevamo un ridicola situazione: spendevamo appena il 3% per immigrati rom e poveri, ed oltre il 30% del totale delle risorse per i minori. In una situazione in cui abbiamo quasi cinquemila persone che vivono al di sotto della soglia di povertà, e circa 3mila rom che vivono in accampamenti disumani, era necessario riequilibrare.

In cosa consisteranno, nello specifico, gli interventi di contrasto alla povertà?
Anzitutto abbiamo istituito un numero per le emergenze sociali, cui i cittadini possono chiamare per qualsiasi emergenza di tipo sociale. Abbiamo raddoppiato i posti letto per l'accoglienza dei senza fissa dimora passando da da 150 posti a 450, ed entro il primo semestre del 2013 contiamo di arrivare a 1.000 posti. Raddoppiamo le unità di strada per i senza fissa dimora, e poi intendiamo sperimentare le prime forme di aiuto autonomia abitativa. Abbiamo cioè previsto un contributo monetario che chiamiamo budget individualizzato che deve servire alle persone per avviare un percorso di autonomia abitativa, socializzazione ed inserimento lavorativo. L'ammontare del budget è di circa 3mila euro. Poi avremo 9 milioni di euro per sostenere alcune categorie di poveri cioè i bambini,le donne sole con figli (madri nubili, vedove,etc) e coppie al di sotto dei 35 anni che non hanno mai lavorato e sono senza reddito.

Riguardo gli interventi di “moblità sociale” cosa intende fare il Comune?
Una funzione di accompagnamento che noi chiamiamo Pass, cioè offriamo sostegno alle famiglie multiproblematiche che si concretizza in forme di accompagnamento e sostegno alla frequenza scolastica dei minori, ad esempio. Poi abbiamo l'Adozione sociale rivolta alla fascia 0-3 anni che ci consente di intervenire prematuramente, poi abbiamo un intervento di Tutoraggio rivolto, invece, alla fascia adolescenziale.

Invece per quanto riguarda i rom, pare che vi sia l'intenzione di allocare degli insediamenti a Ponticelli.
Stiamo realizzando per la prima volta un vero e proprio piano cittadino, ma non ci riusciremo per il 2012. Stiamo facendo due operazioni, una sul lungo periodo ed una sul breve. Rispetto a quest'ultima, va rilevato che ci sono molti insediamenti abusivi che sono vere e proprie bombe ecologiche e sociali. Vogliamo mettere mano al discorso “abitativo”,infatti, abbiamo raddoppiato l'accoglienza presso il Centro Deledda a Soccavo, poi stiamo completando un insediamento in via delle industrie con moduli di mini appartamenti per un totale di circa 400 rom,e poi abbiamo individuato un'area di cui non dirò nulla ancora (è tutto deliberato, n.d.r.) per accogliere circa 200 rom, inoltre realizzeremo nell'area di Scampia un intervento per circa 80 appartamenti dove attualmente vi sono campi abusivi. Abbiamo chiesto un aiuto anche al Governo.

Rispetto alla programmazione di tutti questi insediamenti per i rom nelle periferie, quanto tutto questo è stato concordato con la cittadinanza e quanto non si corra il rischio di attriti sociali e di aumentare l'intolleranza.
I rom di cui parliamo già ci sono in quelle zone. Stanno nelle periferie perché queste hanno ancora degli spazi dove i rom spontaneamente si sono insediati. L'intolleranza è cresciuta perché vi è stato disinteresse verso tali comunità, sciatteria. Napoli diventa intollerante quando ci si dimentica che le persone nelle periferie vivono di fondo una condizione di precarietà e forte difficoltà. La logica su cui ci muoviamo è quella di costruire servizi per i rom, ma anche per i cittadini di quelle periferie i quali capiranno che facciamo delle cose da cui anche loro posso trarre benefici. Ovviamente tutto ciò deve essere ben spiegato ai cittadini perché nessuno crede più alle istituzioni.

Un'ultima domanda. L'8 Giugno è stato indetto dai Cobas il Welfare Day. Tra le varie istanze vi è quella del piano di rientro del debito del Comune di Napoli verso il terzo settore, tema su cui già vi siete ampiamente confrontati. Perchè ancora questa richiesta?
Noi abbiamo trovato una situazione disastrosa al nostro insediamento.

Ma nell'ultima manifestazione del terzo settore, già erano stati presi degli impegni da parte del Comune per rientro del debito.
Si, noi stiamo rientrando con il debito, anche se non è ancora sufficiente ciò che abbiamo fatto. Al mio insediamento vi è un debito verso il terzo settore per oltre 100milioni di euro. Nel volantino che leggo del Welfare Day vi è la richiesta di sanare 75milioni di euro. Ciò significa che in un anno abbiamo ridotto il debito di circa 25milioni di euro. Sicuramente non è sufficiente perché i livelli di sofferenza sono alti, ma il tema dei ritardi dei pagamenti è diventato nazionale, indice di una difficoltà molto più grande.