Spending review e terzo settore, passano gli emendamenti all’articolo 4

di Ornella Esposito

Il Governo ha accolto gli emendamenti all’articolo 4 del  decreto  sulla spending  review . Il Terzo Settore si dichiara soddisfatto. (Ornella Esposito)

1spending-review Il mondo del no profit è soddisfatto per l’accoglimento ieri al Senato delle modifiche all’articolo maledetto (l’articolo 4 del decreto sul contenimento della spesa pubblica) che, nei giorni scorsi, aveva sollevato un coro di dure polemiche. Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, uno dei più grandi raggruppamenti di cooperative sociali, promotore delle modifiche, esprime apprezzamento per «come si è lavorato alle modifiche. Vi è stata una disponibilità bipartisan a voler comprendere le preoccupazioni del terzo settore».

L’articolo 4 (ai commi 6,7,8) prevedeva che le cooperative sociali di tipo B (quelle per il reinserimento lavorativo delle persone svantaggiate) avrebbero dovuto partecipare, come un qualsiasi ente erogatore di prestazioni, alle procedure pubbliche di appalto anche per servizi di bassi importi (cd. sotto soglia) . Fino ad oggi, invece, la normativa nazionale prevedeva la possibilità di affidamenti diretti alle cooperative sociali di tipo B proprio in considerazione della particolarità del servizio offerto.

Il pericolo dello smantellamento dell’articolo 5 della legge sulla cooperazione sociale, è stato scongiurato. Le modifiche apportate mantengono la  possibilità per le pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni dirette con le cooperative che attuano l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

Il Presidente di Federsolidarietà tiene a precisare che il terzo settore «non vuole sottrarsi alle regole e alla trasparenza. Il problema è che l’articolo 4 poteva essere interpretato in modo rigido, senza tenere conto della particolarità dell’impresa sociale ed avrebbe potuto produrre peraltro un aumento della spesa pubblica».

«Ciò che voglio dire con forza – prosegue –  è che noi vogliamo collaborare alla stesura della spending review, ed avere un ruolo partecipativo alla crescita del nostro paese».

L’articolo 4, inoltre, prevedeva l’abolizione di tutti gli osservatori ed organismi di partecipazione quali le  consulte ed i comitati. Anche questo pericolo, in parte, è stato scongiurato.

Michele Mangano, Presidente nazionale dell’Auser, esprime «viva soddisfazione per l’accoglimento degli emendamenti che salvano tutti gli osservatori».

Stefano Tabò, Presidente del Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, apprezza «il ripensamento su alcune scelte che avrebbero cancellato organismi fondamentali nelle relazioni fra le istituzioni e il terzo settore ma - prosegue - non basta: occorre un cambiamento culturale».

Infine il Forum Nazionale del Terzo Settore, pur esprimendo soddisfazione per aver scongiurato la chiusura degli osservatori, afferma che: « purtroppo molti altri organismi di consultazione verranno chiusi, come la Consulta  nazionale del servizio civile».

«E’ chiaro che il mancato utilizzo del metodo concertativo ha portato alla minaccia di soppressione di alcuni organismi partecipati di grande importanza e valenza sociale. Continueremo quindi a vigilare e a chiedere con forza al governo che vengano garantiti tavoli di confronto»