In memoria di Don Peppe Diana, i giovani a Casal di Principe si raccontano

di Ornella Esposito

Domani 19esimo anniversario della morte di Don Peppe Diana per mano della camorra. Giovani, associazioni e cittadini scendono in strada per continuare a dire no alle mafie. (Ornella Esposito)

don_peppe_diana Erano le 7.25 e Don Peppino si accingeva a celebrare la messa nella sua parrocchia, come tutti i giorni. Era il suo onomastico. Un killer, entrato nella sacrestia della Chiesa di S. Nicola di Bari, lo freddò con cinque colpi di pistola.

Diciannove anni fa moriva, per mano della camorra, il prete che “per amore del suo popolo” non aveva taciuto.

Ma “La sua morte, paradossalmente, profuma di vita – hanno dichiarato i genitori - alimenta la speranza, aiuta le persone a costruire percorsi capaci di accogliere e includere chi è in difficoltà”.

La speranza di queste terre è rappresentata dai giovani e dalla società civile che, da tempo, hanno deciso di opporsi al condizionamento della malavita organizzata e che domani, per commemorare Don Peppino, sfileranno per le strade di Casal di Principe e si racconteranno (il raduno è previsto alle ore 9.00 dinanzi allo stadio comunale).

Secondo gli organizzatori, si prevede la partecipazione di circa 500 studenti, provenienti dalle scuole della provincia di Caserta, di associazioni e di persone comuni. Prenderanno parte alla giornata anche Federico Cafiero De Raho, ex capo della Dda napoletana, ora a capo della Procura di Reggio Calabria, Raffaele Maggi, giudice della Procura di S. Maria Capua Vetere coinvolto in prima linea contro i casalesi e, forse, don Luigi Ciotti.

“Dalla morte di Don Peppino ad oggi – afferma Renato Natale, Sindaco del Comune di Casal Di Principe nel periodo del barbaro assassinio e più volte minacciato di morte per il suo impegno contro la camorra – molte cose sono cambiate. Dagli arresti eccellenti di quasi tutti i casalesi, che hanno ridato un poco di fiducia ai cittadini, alla nascita di realtà imprenditoriali che realizzano un’economia sociale, contrapposta a quella criminale, e dimostrano nei fatti che il cambiamento è possibile”.

“Certo – conclude – non ci illudiamo che la camorra sia stata sconfitta, ma dei significativi passi in avanti sono stati fatti”.

E a Don Peppino Diana è dedicato il libro, in uscita domani, della giornalista napoletana Ilaria Urbani, “ La buona novella- Storie di preti di frontiera” (edito da Guida) che prende in prestito il titolo da un famoso album di Fabrizio De Andrè.

Il libro, con la prefazione di Roberto Saviano, raccoglie 13 storie di uomini di Chiesa schierati contro l’illegalità e a favore degli “ultimi”, storie di preti che, come Don Peppe Diana, insegnano ai ragazzi, con l’esempio della loro vita, a “non tradire mai le proprie idee e a non barattare mai la propria dignità”.

Per i dettagli della manifestazione: www.dongiuseppediana.com.