Violenza alle donne e proposte di legge. Intervista a Gabriella Carnieri Moscatelli di Telefono Rosa

di Ornella Esposito

Oggi alla Camera dei Deputati, la discussione del ddl contro il femminicidio. ServizioCivileMagazine ne parla con la Presidente di Telefono Rosa, organizzazione storica che sostiene le donne vittime di violenza. (Ornella Esposito)

camera-dei-deputati Ancora giovani donne barbaramente uccise dagli uomini che avrebbero dovuto amarle. Ancora vittime innocenti nelle ultime settimane. Ancora troppe. Il Governo ha deciso  di intervenire.

Oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati, purtroppo semivuota, si è aperta la discussione sul decreto delegato contro il femminicidio, la cui proposta è stata presentata nelle sedi istituzionali lo scorso 15 maggio. Al suo interno, nel Capo I°,  è contenuta anche l’autorizzazione alla ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne, firmata nel settembre scorso dall’allora ministro Fornero.

Domani a partire dalle 15 si apriranno le votazione per l’approvazione della legge di ratifica.

ServizioCivileMagazine ha intervistato Gabriella Carnieri Moscatelli, Presidente di Telefono Rosa, un’organizzazione che da 25 anni si occupa di difendere e sostenere la donne vittime di violenza attraverso punti di ascolto e strutture di accoglienza.

gabriella_moscatelli_telefono_rosaDottoressa Moscatelli, in queste ultime settimane ancora donne uccise dai loro partners. Ci aiuta fare una stima delle vittime negli ultimi tre anni?
«Dunque, i dati relativi all’anno 2011 sono di circa 137 donne uccise, nel 2012 di circa 100, mentre nell’anno in corso ad oggi le vittime sono 33. Moltissime».

Nel Settembre 2012 il Ministro Fornero ha sottoscritto la Convezione di Istanbul contro la violenza alle donne. Domani è prevista l'approvazione alla Camera dei Deputati  della legge di ratifica e non solo. Ce ne parla?
«Domani si discuterà non solo della Convezione ma anche della famosa proposta di legge sul cd. femminicidio, la cui interno è appunto prevista la ratifica, presentata lo scorso 15 Maggio e che ha visto come prima firmataria la senatrice Serafini, già interessatasi in precedenza alla tematica.
Va tuttavia chiarito che per entrare in vigore,  la Convenzione di Istanbul dovrà essere ratificata da almeno dieci Stati, di cui otto dovranno essere Stati membri del Consiglio d'Europa. Al momento la ratifica è avvenuta solo da parte di tre Paesi.
Questa Convenzione è molto importante per due motivi: finalmente si dà voce alla vittime e si parla di violenza assistita. Il Telefono Rosa gestisce una casa per donne maltrattate ed ha potuto riscontrare gli effetti dannosi sui bambini della violenza subìta dalle madri sotto i loro occhi.  Questi bambini manifestano delle problematiche che necessitano di assistenza psicologica altrimenti, da grandi, replicheranno i modelli violenti dei loro genitori.
Riguardo alla legge contro il femminicidio, mi sembra che segni un po’ il passo. Capisco che la situazione economica italiana è difficile, ma la violenza ha costi altissimi e dunque bisogna intervenire.»

Infatti, il Ministro degli Interni Alfano di recente al TG1 ha dichiarato che non si baderà a spese per le donne vittime di violenza. Intanto il Welfare è al collasso. Se doveste fare una sorta di “lista della spesa” al Ministro, cosa ci mettereste dentro?
«Nella lista inseriremmo case di accoglienza per le donne maltrattate. Inoltre sono necessari centri cui le donne possono rivolgersi per essere supportate da operatori specializzati ad uscire dalla spirale della violenza. Questo nei casi in cui le vittime hanno una rete intorno che le accoglie, mentre per quelle che non ce l’hanno prevedere appunto strutture di accoglienza.<
C’è una differenza tra il nord e il sud del Paese sia in termini di cultura della denuncia che di servizi. Disparità che va colmata assolutamente».

A proposito delle denuncie, sempre il Ministro Alfano ha dichiarato che la legge sullo stalking ha prodotto buoni risultati. Le donne però continuano ad essere ammazzate e spesso si erano già rivolte alle forze dell’ordine. Ci dice il suo punto di vista in merito?
«Anche qui bisogna fare dei distinguo. Per rendere efficace una denuncia è necessario farla in un certo modo. Alle donne che si rivolgono a noi spesso chiediamo di farci un diario delle cose accadute così da poterle aiutare a fare una denuncia efficace ossia in seguito alla quale lo stalker potrà essere chiamato dalle forze dell’ordine.
A volte però lo stalker è un uomo violento e ricevendo l’ammonizione delle forze dell’ordine lo diventa ancora di più. Qui si aprono poi due ipotesi: chiedere ai giudici un ordine di protezione per la donna ed i suoi figli (che prevede l’allontanamento della persona violenta) o inserire la vittima presso un centro di accoglienza o presso la rete familiare.
A questo punto diviene fondamentale la velocità della magistratura rispetto ai tempi di accoglimento di una denuncia. Spesso si sente dire che le forze dell’ordine non intervengono, purtroppo anche loro sono sottoposte ai vincoli di legge per cui intervengono solo quando un giudice stabilisce dei provvedimenti.
Per sintetizzare è necessaria una denuncia fatta bene ed una magistratura veloce che le possa dare seguito».

Per ulteriori info sui sportelli di ascolto e altre attività: www.telefonorosa.it.