Napoli, gli operatori sociali sciolgono il presidio “Soddisfatte anche se non del tutto le nostre richieste”

di Ornella Esposito

Ieri pomeriggio, dopo l’ennesima riunione con l’assessore al ramo e i dirigenti, gli operatori del privato sociale hanno lasciato Piazza Municipio dove vivevano ormai da tre settimane. (Ornella Esposito)

napoli_sciopero_operatori_sociali Dopo 23 lunghi giorni di presidio h 24 sotto Palazzo S. Giacomo, i lavoratori delle case famiglie e dell’educativa territoriale, in seguito all’incontro con il neo Assessore alle Politiche Sociali Roberta Gaeta e i dirigenti del settore (presente anche il dottor Tiberio in rappresentanza degli uffici della ragioneria), hanno deciso di togliere le tende.

A mettere fine al braccio di ferro tra il terzo settore, stremato da 38 mesi di ritardo nei pagamenti, e l’Amministrazione Comunale un atto concreto: 11 milioni e 500mila euro entro il mese di Luglio verranno liquidati alle comunità (a fronte di 40 milioni complessivi di credito vantati verso l’Amministrazione, ndr), ed in un futuro prossimo saranno preparate altre liquidazioni.

Per i cosiddetti progetti finanziati (cioè quelli legati alle leggi 285/97 e 328/00) il Comune di Napoli liquiderà 1 milione e 800mila euro (a fronte di 15 milioni complessivi di credito, ndr).

Questa cifra è stata considerata insufficiente dal terzo settore soprattutto perché i finanziamenti legati alle due leggi sono entrati nelle casse del Comune già da tempo, ma se ne sono perse la tracce.

“Le organizzazioni delle case famiglia e gli operatori dell’educativa territoriale – si legge nel comunicato  stampa diffuso da Federazione A.r.c.a, Federazione Sam, Federsolidarietà Napoli – ritengono che è stato messo (con la riunione delle 17.00 di eri, ndr) il primo tassello per consentire al comparto di iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel”.

“Vogliamo ringraziare – continua il comunicato - lo sforzo fatto dal Sindaco e in primis il lavoro laborioso dell’assessore Roberta Gaeta che con il suo staff sta facendo in modo di realizzare, anche se non del tutto, le richieste avanzate dal settore dell’accoglienza residenziale.
Constatiamo, tuttavia, che ci sono voluti 23 giorni di presidio h24”.

Il Terzo Settore, si ricorda, vanta crediti ingentissimi da parte del Comune di Napoli. In un anno, a causa dei mancati pagamenti, sono state chiuse circa 110 case-famiglie e centinaia di operatori hanno perso il posto di lavoro, senza contare i danni psicologici ai minori ospiti delle strutture.

Solidarietà – dicono gli operatori – e condivisione dei motivi della protesta è stata manifestata da tutti gli schieramenti politici presenti in consiglio comunale nonché da Banca Etica, Associazione Megaris, Consorzio della Nuova Cooperazione Organizzata, Associazione Italiana dei Magistrati per i minorenni e per la famiglia Ordine degli Assistenti Sociali, Garanti per L’infanzia Nazionale e Regionale.

“Sappiamo – conclude il comunicato -  che ora è il momento della pace e ne abbiamo bisogno, ma sappiamo anche che dobbiamo continuare a vigilare perché il lavoro da fare è tanto”