Semestre europeo di presidenza italiana: come funziona?

di Katia Tulipano

Alle ore 15 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi presenta presso il Parlamento Europeo a Strasburgo il programma del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione europea. L’inizio della seduta Plenaria sancisce l’avvio ufficiale della 12esima Presidenza di turno per l’Italia. Ma cos’è il “semestre italiano di presidenza dell’Ue”? Per saperne di più abbiamo intervistato PierPaola Cascione, esperta di politiche europee. (Katia Tulipano)

Semestre_europeo_di_presidenza_italiana “Semestre italiano di presidenza dell’UE”. Cosa significa?
L’Italia a partire da oggi e sino a dicembre avrà la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea , il luogo dove i ministri provenienti da ciascun paese dell'UE si riuniscono per adottare leggi e coordinare le politiche. Il Consiglio è un polo decisionale essenziale per l'UE: negozia e adotta la nuova legislazione dell'UE, la adatta, ove necessario; coordina le politiche economiche generali dei paesi membri; firma accordi tra l'UE e gli altri paesi; approva il bilancio annuale dell'UE; elabora la politica estera e di difesa dell'UE; coordina la cooperazione fra i tribunali e le forze di polizia nazionali dei paesi membri. Il Consiglio è appoggiato dal Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) e da oltre 150 gruppi e comitati altamente specializzati, noti come "organi preparatori del Consiglio". Tali organi esaminano le proposte legislative ed effettuano studi ed altri lavori preparatori che preparano il terreno per le decisioni del Consiglio. Il Consiglio dell'UE non va confuso con il Consiglio europeo, un'altra istituzione dell'UE, nel cui ambito i leader dell'UE si riuniscono circa quattro volte all'anno per discutere le priorità politiche dell'UE e con il Consiglio d'Europa  che non è un organo dell'UE.

Come vengono attribuiti i semestri?
Sulla base del calendario e di un meccanismo legato alla rotazione alfabetica dei nomi dei Paesi. L’Italia capita in un momento particolare, comincia con la nuova legislatura del parlamento Ue e nella fase di designazione dei nuovi vertici europei. Oltretutto, essendo la seconda metà dell’anno, il regno dura solo cinque mesi, perché in agosto è tutto fermo.

In cosa consiste la presidenza del consiglio dell’UE?
La presidenza ha due compiti principali: pianificare e presiedere le sessioni del Consiglio e le riunioni dei suoi organi preparatori e rappresentare il Consiglio nelle relazioni con le altre istituzioni dell'UE, in particolare con la Commissione e il Parlamento europeo. Come un mediatore neutro e leale, la presidenza deve portare avanti i lavori del Consiglio sulla normativa dell'Unione europea, garantendo la continuità dell'agenda dell'UE, il corretto svolgimento dei processi legislativi e la cooperazione tra gli Stati membri.

Quali saranno i primi appuntamenti?
Tra pochissimo dopo che la presidenza uscente greca avrà fatto il punto davanti al Parlamento europeo dei risultati ottenuti, il Presidente Matteo Renzi presenterà agli eurodeputati il programma delle attività del semestre di presidenza italiana. La settimana prossima in calendario ci sono l’Eurogruppo (7 luglio), l’Ecofin (8) e il Consiglio informale Giustizia e Affari interni (10 e 11). Mercoledì 16 l’Europarlamento riunito in plenaria a Strasburgo vota il candidato alla presidenza della Commissione europea indicato dal Consiglio Ue, Jean-Claude Juncker. La sera stessa i capi di Stato e di governo si riuniscono a Bruxelles per un summit straordinario per decidere le altre nomine ai vertici delle istituzioni.

Dalle linee programmatiche di Renzi per i prossimi mesi, cosa ti aspetti per i giovani?
Mi auguro che si prevedano delle azioni volte a rendere effettivamente operativi programmi europei come “Garanzia Giovani” che ha un enorme potenziale di opportunità per i giovani, ma di fatto è ancora avvolta da nubi circa il suo meccanismo di attuazione. Inoltre mi aspetto che venga trattato anche il tema di un maggiore sostegno alle associazioni ed ai soggetti coinvolti nello sviluppo delle politiche giovanili. C’è bisogno di una rivoluzione culturale: il Terzo Settore deve diventare il “primo” non solo a parole, ma anche nei fatti. Perché ciò si realizzi non sono necessarie risorse economiche, ma solo la volontà di volerlo fare. Al Terzo Settore pur rientrando nella macchina economica del nostro paese non viene riconosciuto, da un punto di vista giuridico e culturale, l’importante ruolo che svolge. Questo status quo deve cambiare. Magari oggi, con la presidenza del Consiglio dell’UE possiamo far si che ciò accada.