Casoria diventa “Terranostra”. La storia dei ragazzi che rilanciano il territorio attraverso l’agricoltura
Cresce in Italia l’interesse dei giovani per l’agricoltura: secondo Coldiretti quasi il 10% delle nuove imprese agricole sono condotte da under 35. Tra i giovani del cosiddetto “ritorno alla terra” anche i ragazzi del “Terranostra” di Casoria, uno spazio gestito da un collettivo della cittadina in provincia di Napoli, rinomata per appartenere alla cosiddetta “Terra dei fuochi”.
Il terreno è stato occupato circa un anno fa da un gruppo di attivisti. I quattro ettari facevano parte di un ex-deposito militare di carburante abbandonato da oltre 20 anni. Oggi, i ragazzi di “Terranostra” curano il prato e gli alberi da frutta, hanno aperto una pista campestre e piantato dei pioppi, che per le loro particolari proprietà depurative potranno garantire la salubrità del terreno. La birra artigianale ‘Clandestina’, i succhi di frutta, le tisane sono tra le produzioni del collettivo, spiega a DireGiovani Francesco, giovane impegnato nell’iniziativa, che ricorda anche come il bar interno all’area sia “completamente privo di prodotti industriali.
“Terranostra mi ha molto appassionato ed entusiasmato – ha raccontato Alessandro - perché la vedevo come la realizzazione di un piccolo sogno che avevo da anni: coltivare la terra insieme a una comunità di persone sensibili, che fossero a conoscenza dell’importanza della sovranità alimentare e delle agricolture sostenibili, alla periferia di Napoli, in un’area dove sono cresciuto senza mai vedere quel passato contadino di cui mi hanno raccontato”. Casoria è stata una zona agricola, legata soprattutto alle piantagioni di canapa. Poi, dagli anni ‘60, l’esplosione demografica e la cementificazione ne hanno fatto una città-dormitorio. Mentre i pioppi fanno il loro lento lavoro, nel centro sociale si organizzano anche mercatini, iniziative culturali e incontri. Nonostante le difficoltà, Terranostra rimane, per Alessandro, “un angolo sopravvissuto alla lobby immobiliare che è tra i poteri forti di Casoria”.
Fonte DireGiovani