Disabilità, le proposte del volontariato per non restare indietro

di Redazione

Mentre Fish e Anffas bocciano il decreto sulla fase 2, il Csv di Treviso a nome delle associazioni del territorio scrive alla regione e agli enti locali per denunciare le condizioni in cui le persone con disabilità stanno vivendo l’emergenza Coronavirus e suggerire interventi urgenti

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Nonostante siano tra le categorie più colpite, direttamente e indirettamente dall’emergenza Coronavirus, la disabilità e la non autosufficienza continuano ad essere pressoché ignorate dalle istituzioni.

La denuncia arriva da diverse associazioni nazionali, come Fish e Anffas, che hanno sostanzialmente bocciato il decreto, emanato ieri dal Governo, che fa ripartire le attività sociali e socio-sanitarie per le persone con disabilità, affidando alle regioni il compito di definire modalità e tempistiche sempre con la massima precauzione rispetto al contagio.

Misure che non entrano nel merito e appaiono inadeguate come denuncia in modo dettagliato anche il Csv di Treviso “Volontarinsieme” che a nome di alcune associazioni ha deciso di scrivere alla regione Veneto e agli enti sanitari del territorio “per richiamare l’attenzione sulla condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie e proporre alcune azioni da intraprendere nella fase 2”.

“Ad oggi le persone disabili non possono più frequentare i luoghi di lavoro, la scuola - si legge nella nota del Csv -. Sospesi anche i progetti sperimentali di inclusione sociale e residenzialità tra cui quelli avviati con la legge 112 per il “dopo di noi” finalizzati al sostegno delle persone prive di aiuti familiari o con genitori anziani.

“La chiusura dei centri diurni, il blocco dei progetti, l’impossibilità di stare insieme con i compagni e gli educatori sta pesantemente destabilizzando le persone con disabilità, come hanno sottolineato le nostre associazioni impegnate in questi settori”, spiega il presidente del Csv Alberto Franceschini.

In questo senso il Csv è al lavoro, insieme alle associazioni, “per favorire e potenziare alcune azioni urgenti come la possibilità di organizzare incontri di socializzazione a distanza per le persone con buone capacità relazionali e sociali o la realizzazione di video tutorial per far acquisire piccole autonomie in casa. Tra le proposte anche quella di valorizzare la figura dell’addetto all’assistenza da affiancare all’insegnante di sostegno per sopperire all’esclusione dai percorsi scolastici a distanza; favorire la formazione degli operatori e dei volontari per garantire la sicurezza di chi opera ma anche di chi fruisce dei servizi ed infine predisporre un piano concreto per il periodo estivo alle porte.

Il terzo settore è “antenna preziosa per capire le necessità delle persone, - si legge nella nota; - il monitoraggio e il sostegno a distanza per le situazioni più critiche non è mancato in questi mesi e ha visto impegnate le figure operative e i volontari senza sosta”.

Secondo il presidente del Csv occorre pensare fino da subito a una fase 2 anche per le persone con disabilità chiedendo un impegno concreto alle istituzioni affinché “definiscano un protocollo che fornisca margini oggettivi di operatività sia per gli operatori specializzati che per il mondo del volontariato impegnato nell’ambito su tutto il territorio provinciale”.

(Fonte: Csvnet – Fonte foto: Rai news)