Sospeso 20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato:la situazione dei minori stranieri nel report di Save The Children

di Giuseppina Piccirillo

 In occasione della Giornata del Rifugiato, Save The Children - l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e garantire loro un futuro-, ha pubblicato il report "Superando le barriere. Percorsi di accoglienza e inclusione dei giovani migranti". Un rapporto che mira a fotografare la situazione in cui vivono i ragazzi con background migratorio. In particolare i giovani arrivati in Italia dopo aver lasciato il proprio Paese e affrontato un lungo e rischioso viaggio senza genitori o in generale senza alcuna figura familiare adulta di riferimento, quest’anno sono stati 948. Alla stessa data dello scorso anno (10 giugno 2019) risultavano sbarcati 284 minori mentre, complessivamente, fino al 31 dicembre 2019 erano giunti via mare 1.680, meno della metà di quelli registrati nel 2018 (3.536) e quasi un decimo di quelli arrivati nel 2017 (15.779).

Per quanto riguarda i minori stranieri presenti nelle strutture di accoglienza dedicate, al 31 dicembre 2019 erano 6.054[4], di cui 5.737 maschi (94,8%) e 317 femmine (5,2%), quasi la metà rispetto ai 10.787 del 2018 e un terzo rispetto ai 18.303 del 2017. Tra i minorenni presenti nelle strutture, l’87,6% ha tra i 16 e i 17 anni, i Paesi di provenienza sono prevalentemente Albania (27,7%), Egitto (8,8%), Pakistan (8,3%) e Bangladesh (8%), quasi del tutto scomparsi i minorenni che arrivano dall’Africa sub-Sahariana, a testimoniare il blocco delle partenze dalla Libia: nel 2018 erano per lo più gambiani (8,3%), guineani (7,4%) e ivoriani (7,1%).

Tra le regioni che ospitano il numero maggiore di minorenni nel 2019 si conferma, come negli anni scorsi, in testa la Sicilia (19,2%), seguita da Lombardia (13,6%), Friuli Venezia Giulia (11%), Emilia Romagna (10%) e Toscana (7,6%).

Un altro discorso riguarda gli irreperibili, quei minorenni che si sono allontanati dalle strutture di accoglienza e che sono quindi scomparsi dal radar delle istituzioni, che risultano essere 5.383 alla fine di dicembre 2019, per lo più tunisini (16,4%), afghani (14,7%) ed eritrei (10,1%).

Per quanto riguarda le ragazze, nel 2019 erano 317 (pari al 5,2% sul totale dei minorenni non accompagnati) le presenti e censite nei centri di accoglienza dedicati, di cui il 66,9% di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Nel 2018, erano 787, più del doppio, nel 2017 quasi quattro volte di più, con 1.247 presenze. Per quanto riguarda la nazionalità, sebbene ci sia stata una diminuzione nel corso degli ultimi tre anni, il gruppo maggioritario continua a esser rappresentato dalle ragazze originarie della Nigeria[5]: 24,3% nel 2019, 30,1% nel 2018 e 40,2% nel 2017, mentre si è registrato un progressivo aumento di presenze dall’Albania (16,1% nel 2019, 10,4% nel 2018, 6,7% nel 2017) e dalla Costa d’Avorio (11,7% nel 2019, 8,9% nel 2018, 7,9% nel 2017). Sono nettamente diminuite le ragazze eritree presenti nei centri di accoglienza negli ultimi tre anni (6% nel 2019, 19,2% nel 2018 e 18,7% nel 2017) e le somale (5,7% nel 2019, 7,2% nel 2018 e 7,9% nel 2017)”

“L'attenzione rivolta alle condizioni dei minori migranti giunti in Italia, non può farci distogliere lo sguardo da quello che succede poco distante, sull'altra sponda del Mediterraneo. Le condizioni di vita di questi ragazzi nei Paesi di origine e di transito non sono migliorate. Questi giovani, a volte bambini piccolissimi, sono rimasti intrappolati in Libia, dove continuano a subire violenze e torture e, come ci riportano le cronache, continuano a mettere a rischio la propria vita in mare, spesso purtroppo perdendola, nel tentativo di fuggire da conflitti e povertà, perché non trovano altre alternative che affidarsi a trafficanti senza scrupoli per inseguire un miraggio di salvezza e di futuro” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia Europa di Save the Children.

 (Fonte articolo: Save the Children - fonte foto: