La proteina-cancella ricordi: la scoperta della Scuola di Medicina di Baltimora

di Caterina Ferrara

La proteina risiede nell’“amigdala”, l’area cerebrale che si suppone essere il centro delle emozioni e della memoria emozionale. I risultati della ricerca, si rivelano di estrema importanza per lo sviluppo di farmaci che aiutino a rimuovere i disturbi da stress post-traumatico. (Caterina Ferrara

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Forse c’aveva visto bene il regista visionario Charlie Kaufman che nella sceneggiatura di “Se mi lasci ti cancello” permette a Jim Carrey e Kate Winslet di dimenticare per sempre il ricordo della reciproca tortuosa relazione sentimentale grazie ad un trattamento medico. Ebbene oggi la realtà sembra non essere così lontana.

Un’equipe di ricercatori guidati dal Professor Richard Huganir della Johns Hopkins University di Baltimora pare, infatti, aver identificato la proteina che cancella i ricordi traumatici. I risultati della ricerca, che è stata condotta per il momento sui roditori, si rivelano di estrema importanza per lo sviluppo di farmaci che aiutino a rimuovere i disturbi da stress post-traumatico.

La proteina in questione risiede in una regione del cervello chiamata “amigdala”, l’area cerebrale che si suppone essere il centro delle emozioni e della memoria emozionale. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Science Express, alcune cellule dell'amigdala mostrano maggiore attività elettrica in seguito ad una forte emozione come lo spavento, a cui farebbe seguito un aumento repentino della proteina in questione.

Nel condurre i loro test gli scienziati hanno dapprima spaventato gli animali attraverso un forte suono e in seguito hanno rimosso la proteina stessa da un gruppo di essi. Riproponendo poi il suono hanno verificato che il gruppo di topi deprivato della molecola rispetto al gruppo dei topi non trattati non accennava più a segni di paura. Il team di Baltimora ha, dunque, dimostrato l’esistenza di un meccanismo molecolare per cancellare la paura.

Nonostante la notizia lasci increduli, lo stesso Huganir ha sottolineato il ruolo cruciale che tale proteina potrebbe assumere nella risoluzione di una malattia così debilitante come la sindrome da stress post-traumatico.

Questa forma di disagio corrisponde, in effetti, ad un disordine mentale provocato da esperienze fortemente traumatiche, tant’è che spesso si presenta nei reduci di guerra o si manifesta in seguito ad attacchi terroristici, guerre, bombe, incidenti aerei, stermini di massa, terremoti e inondazioni. Gli effetti di eventi di simili proporzioni hanno una notevole ricaduta sulla salute mentale sia delle vittime che dei sopravissuti e delle loro famiglie.

Da un punto di vista psicologico i ricordi, gli incubi e i flashback fanno rivivere ripetutamente ai soggetti colpiti l’esperienza traumatizzante, portandoli così a soffrire di irritabilità, rabbia improvvisa, depressione, ansia, insonnia e addirittura senso di colpa per essere sopravvissuti o non essere riusciti a salvare altri individui. Per non parlare dei sintomi fisici che possono andare dal dolore al torace all’indebolimento del sistema immunitario.

Dunque, la manipolazione selettiva dei ricordi accoppiata alla terapia comportamentale gioverebbe di gran lunga ai pazienti e ridurrebbe la possibilità di recidiva. Motivazioni, certamente più serie e articolate che allontanano il pensiero dal semplice ricorso ad una pozione magica per una storia d’amore andata male come quella dei personaggi di Kaufman.

(foto: fc05.deviantart.net)