Il 9 Maggio l’Italia ricorda i suoi eroi civili. Su SCM ogni giorno racconteremo le loro storie

di Francesco Gentile

Dal Presidente Napolitano un messaggio forte e prezioso per preservare la memoria dei magistrati vittime della violenza terrorista. (Francesco Enrico Gentile)

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Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione”. Ai più questi nomi dicono poco o nulla. Ad altri ricordano, quotidianamente, il segno della mancanza di un padre, di un marito, di un fratello di un amico. Al Paese, alla comunità nazionale, alla storia recente di un’Italia insanguinata questi nomi parlano, o dovrebbero parlare, di concetti come onestà, senso dello Stato, coraggio.

I nomi elencati sono quelli di magistrati ammazzati nel periodo 1976-1980, vittime della vigliacca violenza terroristica, caduti semplicemente perché, compiendo il loro lavoro, impedivano all’Italia di cadere in un baratro di violenza senza ritorno.

Il prossimo 9 maggio si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Proprio il Presidente Napolitano ha inteso quest’anno ricordare i membri della magistratura che in quegli anni di oblio della ragione e dell’umanità, videro le loro vite spezzate in nome di deliranti propositi rivoluzionari.

In una lettera invita al Vice-Presidente del Consiglio Superiore della Magistrature, Michele Vietti, il Presidente Napolitano ha scritto così: "La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all’ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta “Associazione dalla parte della democrazia”, per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto un’intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti".

Ancora una volta il Presidente della Repubblica ribadisce la sua fondamentale e preziosa funzione di garante non solo della Costituzione repubblicana, ma anche e soprattutto di un senso della comunità nazionale che sembra essere scomparso dall’orizzonte politico e addirittura lessicale della Nazione.{jcomments on}

Quando un Paese, e il suo ceto politico, perdono il senso, il peso, e il valore delle parole che usano; quando il limite della decenza viene superato di gran lunga: quando si chiamano nello stesso modo, brigatisti, i carnefici e le vittime allora il campanello d’allarme suona, e forte anche.

Grazie al Presidente Napolitano ancora una volta il Paese può stringersi intorno a toni e parole degne di onorare la memoria delle vittime dell’odio terrorista.

Da qui al 9 maggio su questa rubrica verrà raccontata la storia di uno dei magistrati indicati dal Napolitano.

Perché, parafrasando Brecht, “Sventurato il Paese che ha bisogno di Eroi” ma, aggiungiamo noi, irriconoscente la Nazione che non ne onora la memoria, le gesta e il loro impegno.

Le pagine che dedicheremo ai caduti del periodo ‘76/’80 saranno il nostro contributo per coltivare una memoria di cui tutti abbiamo sempre più bisogno.