Roma. Protesta l'Accademia di Belle arti, studenti e professori accampati

di Flavia Miccio

Sciopero della fame per 8 studenti e 3 professori di Belle Arti che lottano per l'inserimento delle accademie nel sistema universitario. (Flavia Miccio)

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Non vedo, non sento, non parlo. L’arte muore sotto i vostri occhi in pieno centro storico”. E’ questo il testo di uno striscione esposto nei cortili della storica Accademia di Belle Arti di piazza Ferro di Cavallo a Roma,   protagonista da già tre giorni un disperato e sentito appello da parte di studenti e professori: uno sciopero della fame per chiedere di poter finalmente entrare nel sistema universitario.

Sono ormai anni, esattamente dal 1990, che il celebre istituto d’arte voluto da Federico Zuccari e Girolamo Muziano alla fine del Cinquecento, chiede l’attuazione di un’importante riforma impedita da resistenze sindacali, ministeriali e governative. Con la riforma del settore artistico-musicale (Legge 508 del 21 dicembre 1999) l'Accademia è diventata una delle sedi primarie di eccellenza e rientra quindi nel settore dell'Alta formazione artistica e musicale (Afam) rilasciando diplomi di primo e secondo livello che però non hanno valore legale pari a quello delle lauree triennali o magistrali.

Una misura drastica quindi quella adottata da studenti e professori che andranno avanti ad oltranza con lo sciopero della fame, come spiega il rappresentante al consiglio nazionale degli studenti Dionigi Mattia Gagliardi per la riforma universitaria delle accademie, con l’obiettivo di ottenere la valorizzazione delle accademie in quanto istituti di ricerca, sperimentazione e produzione artistica e culturale, l’istituzione di classi di laurea in Arti Visive, Progettazione e Arti applicate e in Didattica dell'Arte. Vogliono inoltre che ci sia subito l'attuazione compiuta dell'articolo 33 della Costituzione, per cui le accademie come le università in quanto Istituzioni di Alta Cultura sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo dell'Italia, e il riconoscimento effettivo delle Accademie di Belle Arti di pari ordine, dignità e livello delle università.

Accampati in tende sotto il sole cocente di luglio, studenti e professori raccontano a tutti di un’Italia che troppo spesso dimentica di valorizzare quei centri di produzione artistico/culturali che hanno permesso alla nostra nazione di distinguersi nel corso dei secoli. Le accademie di belle arti stanno morendo ed i giovani che decidono nonostante tutto di seguire la propria inclinazione artistica, sono costretti a vedersi derubati della possibilità di concorrere alla realizzazione del proprio futuro nel mondo del lavoro, già così ermeticamente chiuso ai giovani laureati delle università.

Nelle prossime giornate scenderanno in campo a supporto della protesta, molte personalità del settore e più in generale del mondo della cultura. Per aderire e supportare questa iniziativa, e per sentirsi parte della stessa generazione di persone che lottano per il riconoscimento dei propri diritti e delle proprie competenze, c’è una petizione online e una raccolta firme oltre che un fitto calendario di dibattiti e incontri.