Duro colpo inflitto alla 'ndrangheta in Lombardia, 110 condanne tra gli applausi

di Stefano Trani

La sentenza conferma non solo semplici infiltrazioni della mafia calabrese, ma una vera "Una cupola al Nord". (Stefano Trani)

toghe_magistrati Finalmente a Milano, dopo due giorni di attesa, è terminato con 110 condanne, il maxi processo alla 'ndrangheta, attualmente la rete criminale maggiormente organizzata in Europa. Il Gup di Milano Roberto Arnaldi ha emesso il suo verdetto confermando il maestoso impianto accusatorio e la teoria dell’esistenza di una cupola lombarda. Le 110 condanne inflitte agli imputati prevedono pene varie che vanno da 16 anni ad 1 anno e 4 mesi di detenzione. Riguardo le parti civili, il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato le quantificazioni nelle appropriate sedi civili.

I 119 imputati coinvolti a Milano nelle delicate operazioni "Infinito" e "Tenacia", che con gli arresti del luglio 2010 hanno smantellato la rete di infiltrazioni ’ndranghetiste in Lombardia, consapevoli del materiale probatorio a disposizione degli inquirenti, avevano scelto in illo tempore il rito abbreviato.

La sentenza è arrivata dopo 32 ore di camera di consiglio. La lettura del dispositivo che ha portato alla condanna 110 persone è stata accolta da applausi liberatori, ma anche da insulti all'indirizzo dei magistrati e dei legali da parte dei detenuti seduti nelle celle dell’aula bunker. Il verdetto è stato atteso per lunghe ore dagli imputati fatti trasferire dalle carceri sparse in tutta Italia e che, venerdì, avevano contestato l’annuncio del giudice di posticipare la lettura della sentenza a sabato.

Pasquale Zappia, condannato a 12 anni di carcere, è stato individuato come il capo dei capi, il marionettista dell’organizzazione regolarmente eletto dai capi cosca nel raduno filmato da investigatori e carabinieri il 31 ottobre 2009 che ha portato al maxi blitz nel centro Falcone-Borsellino di Paderno Dugnano (in provincia di Milano). L’uomo, alla lettura del Pqm, è stato colto da un forte malore e portato via in ambulanza.

Condannati i capi mandamento. La condanna più alta, 16 anni di carcere (i pubblici ministeri Dolci della Dda, Storari ed Ilda Boccasini ne avevano chiesti 20), è stata inflitta ad Alessandro Manno, considerato il capo della "locale" di Pioltello, una delle 15 "locali" individuate dagli inquirenti tra Milano e i comuni limitrofi; 14 anni a Vincenzo Mandalari considerato dall’accusa un altro capo "locale". Altra condanna di 14 anni per Cosimo Barranca, indicato come il boss della cosca milanese. Dodici anni di carcere, come poc’anzi detto, per Pasquale Zappia. Nel mondo perbene, l’ex sindaco del Comune di Borgarello (Pavia), Pasquale Valdes, è stato condannato ad un anno e quattro mesi - pena sospesa - per turbativa d’asta. Assolto, come richiesto dai Pm, l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliverio, che si era dichiarato estraneo alle accuse e disponibile a collaborare con la magistratura. In tutto sono state cinque le assoluzioni e quattro non luogo a procedere (di cui uno per estinzione del reato a causa della morte del reo).

110 condanne, in tutto mille anni di carcere, sono di sicuro un importante successo della giustizia nei confronti di quella che oggi è considerata la più pericolosa organizzazione criminale in Italia ed una delle più potenti al mondo.