Europa e Crisi: le proposte dei giovani socialisti

di Francesco Gentile

Conversazione con Roberta Capone, vice-presidente della Iusy, l’organizzazione mondiale dei giovani socialisti. (Francesco Enrico Gentile)

capone La crisi economica e finanziaria, come dicono da tempo autorevoli analisti, potrà trovare una sua soluzione solo se le risposte e le contromisure saranno immaginate e realizzate a livello europeo. Nell’ambito del dibattito in corso a livello europeo, i giovani dell’Ecosy e della Iusy, le organizzazioni che in Europa e nel Mondo riuniscono i militanti dei movimenti giovanili socialisti, hanno lanciato la Campagna “Rise Up.

Ne parliamo con Roberta Capone, vice-presidente della Iusy.

Di che si tratta ?
Lo scorso 24 agosto in Francia, in occasione dell’Universités d’été organizzata dal Partito Socialista francese a La Rochelle, è stata presentata all’espace encan, la campagna dei giovani socialisti e democratici europei “Rise Up” contro la politica dell’austerità. Io in rappresentanza dell’Italia e dei Giovani democratici, firmatari della proposta di legge ho partecipato all’evento estivo e al lancio della campagna alla presenza del presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, Martin Aubry, Harlem Désir e il Ministro francese agli Affari Europei Bernard Cazeneuve, che sono tra i primi firmatari della proposta di legge. Per tutto l’autunno poi e fino a dicembre si svolgeranno sul territorio europeo iniziative volte a raccogliere le firme a sostegno della legge. La raccolta si concluderà con la consegna delle firme di sottoscrizione al parlamento europeo e al consiglio europeo.
La proposta di legge prevede alcuni punti fondamentali per rilanciare l’economia, puntando su giovani e lavoro: introdurre subito una patrimoniale, combattere i paradisi fiscali e porre fine all'evasione fiscale; prevedere una “garanzia” per i giovani a livello europeo per favorire l’occupazione, evitando stage non retribuiti e lavori precari rischiosi; promuovere il lavoro e puntare più sulla qualità, riorganizzando allo stesso tempo l’orario lavorativo; proteggere i lavoratori europei attraverso l’introduzione di un salario minimo e di misure obbligatorie volte ad dei pari trattamenti economici tra uomini e donne; assicurare la piena indipendenza degli Stati dalla finanza globale dando alla Banca Centrale Europea il potere di concedere prestiti direttamente; introdurre una tassa dello 0,1% per le transazioni finanziare; rendere l’UE più democratica e conferire maggiori poteri al Parlamento Europeo.

Come nasce?
I giovani europei sono coloro che maggiormente hanno subito la crisi economica e ancora oggi ne pagano le maggiori conseguenze. La disoccupazione, la precarietà del lavoro e la crescente privatizzazione del sistema sanitario e previdenziale sono solo alcuni degli aspetti negativi che gravano sulla nostra generazione. Ad esempio, noi siamo stati i primi a pagare le conseguenze del crescente aumento degli affitti con il risultato della perdita di autonomia. La nostra generazione è costretta, infatti, ancora a vivere in casa dei propri genitori. Questa situazione è la diretta conseguenza della politica dell’austerità e dello smantellamento del nostro stato sociale, imposto da un’elite conservatrice e liberale in Europa che ci ha e ci sta ancora privando del nostro futuro. La liberalizzazione dei mercati-finanziari degli ultimi anni, oltre ad aver aumentato il divario crescente tra ricchi e poveri, ha determinato il consequenziale impoverimento del lavoro e tutto ciò ci ha trascinati nella crisi attuale.
Ma nonostante il fallimento del Trattato di Lisbona non ci possiamo permettere di arretrare di un solo passo sul progetto di un’Europa unita, un nostro mancato impegno rischierebbe di accentuare nazionalismi e odio verso la moneta unica. Chi si definisce progressista non può accettare il persistere di una politica neo – liberista, occorre avere coraggio e proporre un’alternativa per ricostruire insieme il progetto europeo. Chi sogna un partito dei progressisti europei deve lottare contro l’emergere di nuove divisioni in Europa, terreno fertile per l’antipolitica.  Sono convinta che l’Europa possa ancora dare molto, credo che il progetto degli Stati Uniti d’Europa debba essere al centro dell’agenda politica di chi oggi si definisce progressista.  Dobbiamo imparare a mettere al centro del dibattito politico le questioni internazionali e capire che non sono qualcosa di esterno da noi ma che incidono quotidianamente sulle nostre singole vite.

In che modo le proposte di Rise Up incidono sui giovani Italiani?
Lo scorso maggio ho avuto la fortuna di partecipare ad una delle esperienze politiche più belle della mia vita. Ero tra quei sessanta giovani democratici che sono partiti per la Francia in occasione del secondo turno francese. Il messaggio era chiaro e preciso nessuno si salva da solo e nessuno può stare bene davvero, se gli altri continuano a stare male. È sono contenta che nel discorso di Reggio Emilia anche Pierluigi Bersani abbia ribadito questo concetto. Perché solo con questo spirito riusciremo a riallacciare i fili di quella politica comunitaria che oggi ci sembrano spezzati.
E' con questo spirito che come Vice presidente Iusy, come militante dei giovani democratici e come giovane progressista ho partecipato alla stesura di una proposta di legge contro la politica dell'austerità insieme ai giovani socialisti tedeschi, francesi, austriaci, spagnoli, portoghesi, belgi e irlandesi e catalani, con la convinzione che la grandezza di un partito si misura sulla capacità di incidere nella società e interpretarne i cambiamenti. La campagna Rise Up nasce dal bisogno dei “giovani progressisti” di ricostruire una visione comune di società. Mai nel passato le organizzazioni giovanili dei maggiori partiti politici si erano confrontate alla ricerca di un obiettivo comune. Il sogno è quello di costruire un grande movimento giovanile europeo e progressista che possa riconoscersi un domani in una grande partito progressista, socialista e democratico. La storia è fatta per essere cambiata e noi vogliamo ed è arrivato il momento di non limitarsi più alle parole, bisogna agire e cambiarle per davvero le cose. Questa è anche una battaglia culturale bisogna far capire ai giovani italiani che le rivendicazioni per lavoro, democrazia, diritti sono le stesse anche per gli altri giovani di altri paesi europei. Io ci credo e spero in un grande risultato.

Quali sono le azioni che l’Ecosy e la Iusy intendono lavorare per una maggiore integrazione europea?
Spesso quando sono in giro mi chiedono il senso ancora di una collaborazione internazionale attiva in organizzazioni di questo tipo. La riposta non è del tutto scontata. Io penso che mai come in questo momento lo scenario internazionale ed europeista torna ad assumere una dimensione imprescindibile per la politica. Gli affari esteri e tutto il mondo che gira intorno ad esso devono tornare ad essere al centro della politica italiana che deve imparare a considerare la politica estera come politica interna. L’eventuale assenza di coordinamento dei partiti politici nell’azione dei progressismi globali, infatti, comporterebbe la definitiva sconfitta della politica ed un avanzamento delle disuguaglianze sociali.  Negli ultimi anni in Italia siamo stati spettatori inerti della fallimentare politica estera portata avanti dal governo di centro destra che cieco e poco lungimirante si è mosso nella direzione sbagliata.  Non molti sanno che la disaffezione nei confronti dei partiti politici e nella politica, non è solo un malessere italiano e ma è qualcosa che affligge l’intera Europa. Nella Germania merkeliana ad esempio, apparentemente indenne dalla crisi, il partito del Piratenpartei, un movimento di protesta nato sulla rete con una forte connotazione antipolitica, dopo il successo di Berlino, dagli ultimi sondaggi viene dato al 12% e come possibile quarto partito. E questo non ci deve lasciare impassibili perché l’indebolimento della politica porta inevitabilmente all’indebolimento della democrazia. E per questa ragione che la politica deve imporsi di ragionare in una visone globale ed internazionale, volta al continuo confronto politico, anticipando i processi d’integrazione culturale. Per i giovani la politica deve rappresentare lo strumento per cambiare la società puntando sulla spinta culturale.
Lo IUSY organizza spesso diversi importanti appuntamenti in giro per il mondo che rappresentano una straordinaria occasione di confronto e di dialogo tra giovani provenienti da oltre cento differenti Paesi del mondo. Ogni due anni invece organizza un campeggio internazionale che non è solo un momento per trascorrere una settimana di divertimento e svago ma rappresenta l’opportunità per tanti giovani di discutere e parlare di politica con altri provenienti dal resto d’Europa, Sud America, Africa e Medioriente. Momenti per provare insieme ad affrontare una discussione politica progressista su i temi di giustizia sociale e ridistribuzione delle ricchezze, discussione che va oltre la semplice proposta politica, infatti, ogni organizzazione s’impegna a portare avanti quelle istanze nel proprio paese. Oggi chi ha l’ambizione di fare politica deve esser in grado di ampliare i propri confini, imparando a dialogare a tutto campo con tutte quelle forze che possono rappresentare un punto di riferimento nella battaglia per i comuni valori della pace, della democrazia, dei diritti, della giustizia e del progresso. Bisogna essere cittadini italiani, europei e del mondo.