Dark Elevatore: tra sit-com e realtà. Storie quotidiane di gioventù sospese

di Anna Laudati

I francesi lo chiamano Dark elevator, e ne hanno fatto una sit-com di successo, fatto di sketch esilaranti e storie divertenti. In realtà c’e’ poco da ridere, né tantomeno molto da sorridere visto che parliamo di mobilità sociale, opportunità per le giovani generazioni, successo e merito (di Francesco Enrico Gentile)

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La primogenitura spetta al sindacato cattolico francese Cftc che qualche mese fa diramò uno spot divertente ma drammatico: sette giovani professionisti intrappolati in una ascensore che nessuno riusciva a sbloccare.Una metafora ardita per una condizione che sempre più rischia di divenire atavica in un’Italia, ma più precisamente in un ‘Europa, in crisi di identità. “L’ascensore sociale” italiano e’ bloccato, almeno stando agli studi di Bankitalia che denuncia un paese sempre meno in grado di assicurare ai figli un futuro, una condizione, stili di vita e opportunità migliori di quelli dei loro padri.

Insomma, un pantano in cui parole come merito, studio, professionalità rischiano sempre più di diventare pezzi da mostrare in curriculum e biglietti da visita ma che non assicurano né emancipazione né libertà. uciano Gallino,sociologo e scrittore, prova a spiegarla cosi’: “fermo il motore dello sviluppo economico, servirebbe attivare il motore della riduzione delle disuguaglianze”.

 

 Ecco, la riduzione delle disuguaglianze,la presenza di un sistema di protezione e di sostegno alle giovani generazioni, un nuovo stato sociale insomma: forse in questo risiede il ritardo e la difficoltà del sistema italia. Bernardi Spitz, membro del gruppo di studio francese “les graccues, intervendo alla summer school del PD a Cortona, sembra aver centrato il problema.

 

“Se la povertà  prima era un problema degli anziani, oggi lo e’ dei giovani. Una penalizzazione dei giovani c’è per quanto riguarda i salari, infatti se si fa un raffronto tra i salari dei padri e dei figli questo và in vantaggio dei padri”.In pratica, secondo Splitz, la presenza di sistema pensionistici tarati su generazioni passate, su organizzazioni del lavoro e del mondo produttivo più che superati, è il vero freno alla liberazione di  generazioni più formate, piu’ scolarizzate e più “globali”.

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Ancora una volta ritorna quindi il tema di come investire sulle giovani generazioni, creando e determinando le condizioni per fornire loro un futuro degno delle proprie aspirazioni e delle proprie necessità, adeguato ai loro studi, conforme ai loro bisogni.