Beni confiscati e legalità: intervista a Jacopo Petruccione di Asharam

di Francesco Gentile

La confisca dei beni è lo strumento che consente allo Stato, e quindi ai cittadini, di poter recuperare alla legalità ricchezze e fortune realizzate dalla criminalità organizzata. Sull’uso e la destinazione di questi beni, è in corso nel Paese una profonda riflessione che coinvolge i differenti soggetti che a vario titolo sono impegnati.(Francesco Enrico Gentile)

jacopo_petruccione ServzioCivileMagazine sul tema ha intervistato Jacopo Petruccione de “La Casa della Pace e della Nonviolenza “ di Castellammare di Stabia, impegnata proprio nella gestione di un bene confiscato al clan camorristico dei D’Alessandro.

Martedi 8 maggio terrete un’iniziativa dal titolo” Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla luce del nuovo Codice Antimafia. Qual è la situazione dei Beni confiscati dalle vostre parti?
A Castellammare di Stabia ci sono diversi beni confiscati, seppur ancora troppi sono in fase di destinazione.
Ovviamente impossibile non citare la nostra esperienza sul bene confiscato "Asharam Santa Caterina"che la Casa della Pace e della Nonviolenza, riutilizza dal 2007 come centro integrazione (sportello informamigranti, corsi di italiano, ecc.) e alloggio per Migranti e centro promozione della Legalità.
Essere una buona prassi di riuso di un bene confiscato pur soffrendo continue difficoltà per la sostenibilità dello stesso dovrebbe essere una contraddizione in termini ma nei fatti non lo è.
I soci della nostra associazione, sin dal principio, si sono fatto carico di tutte le spese per la ristrutturazione e per la gestione del bene nell'attesa che gli enti preposti intervenissero.
Il dato economico impressionante (oltre 170 mila euro spesi!) non può che lasciar perplessi sul futuro: fino a quando sara' possibile?

Quali sono le novità introdotte dal nuovo codice antimafia?
Il Codice antimafia rappresenta la risposta inadeguata alle problematiche in merito ai beni confiscati, un piccolo ma preoccupante passo indietro.
Il primo punto critico riguarda la prescrizione che decreta la decadenza automatica del provvedimento di confisca in 18 mesi se una sentenza d'appello non conferma il primo grado.
Non vorremmo che gli "illegittimi" interessati si avvalgano di avvocati che sanno far scadere questo temine facilemente.
Il secondo punto riguarda la revoca della confisca in caso di errore. Mentre prima , con una sentenza riformata, lo Stato liquidava il danno, ora tale onere spetta ai Comuni.
Quest'ultimi, con pochi fondi a disposizione, difficilmente quindi si faranno carico di un bene confiscato, essendo possibile il rischio di doverlo ripagare con gli interessi.
Ultimo aspetto critico ma non di minore importanza è "l'assimilazione" del giudice della prevenzione a quello fallimentare, il quale ora deve innanzitutto appurare se ci siano creditori che, se in buona fede, vanno pagati.
Quindi il bene va venduto per soddisfare il credito vantato dal terzo avente diritto, anche se risulta minimo rispetto al valore dello stesso bene. Ciò significa che ora l'obiettivo principale non è più il Riutilizzo a Scopo Sociale bensì fare cassa e questo non lo condividiamo affatto.

In Consiglio Regionale giacciono differenti proposte di regolamentazione dei beni confiscati in Campania. Che ne pensate?
Leggiamo spesso con attenzione proposte di regolamentazione in merito ma non possiamo che guardare con una certa diffidenza le proposte in sè se poi quest'ultime non si tramutino in fatti.
Sarebbe da folli trascurare fondi sociali per incentivare la creazione di sempre più cooperative che riescano a sostenere i costi di un bene confiscato.
Questo sarebbe il vero passo in avanti nel processo di sottrazione di patrimoni illegali alle mafie.
Ma la nuova legge regionale approvata poche settimane fa rappresenta l'incipit di un'azione che deve necessariamente proseguire con reali opportunità per sviluppo di occupazione e di economia sociale.

Qual è la proposta di Libera per la gestione e la valorizzazione dei Beni Confiscati?
Libera sta lavorando anche a livello europeo per una legge sulla confisca dei beni, lavora per facilitare il processo di creazione di cooperative per giovani.
Ma il nostro impegno principale consiste nel rafforzare l'aggressione ai patrimoni illeciti, favorendo progetti di riscatto importanti (affidare a coop under 35 i beni confiscati che siano destinati a fini turistici).
Il prossimo passo in avanti è quello di togliere i lacci amministrativo-burocratici che impediscono il pieno sfruttamento del bene, come le ipoteche o il degrado provocato dall’abbandono. Bisognerebbe anche aumentare le risorse economiche e di personale dell’Agenzia per i beni confiscati. Si tratta infatti uno strumento utile per creare le condizioni affinché la mafia non riprenda il possesso di questi beni.
L’effettività della confisca non si raggiunge con la sentenza definitiva, né con il decreto di destinazione ma solo con l’effettivo e reale riutilizzo dei beni per le finalità istituzionali e sociali. E l'utilizzo che noi fortemente auspichiamo è trasformare quelli che furono i palazzi del potere criminale in centri di legalità, dal Segno del Potere al Potere de Segni.