Lavoriamo per l'Italia: giovani in Rete per cambiare il Paese

di Francesco Gentile

On-line l'appello di un gruppo di giovani in campo per "Cambiare il Paese". (Francesco Enrico Gentile)

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"Donne e uomini che hanno maturato grandi esperienze nell’associazionismo, nell’imprenditoria, nelle arti, nella cultura. Giovani che studiano, lavorano e che vogliono prendere in mano le loro vite."Con queste parole si apre l'appello pubblicato sul sito www.lavoriamoperlitalia.it in questi giorni.

 

Nelle parole dei promotori si legge la volontà di dare, al Paese, la possibilità del cambiamento costruito da chi nelle varie pieghe della società italiana ha costruito esperienza e competenza.

Di seguito il testo del Manifesto, sottoscrivibile all'indirizzo: www.lavoriamoperlitalia.it/sottoscrivi-il-manifesto.

L’Italia è oggi fortemente coinvolta nella grave crisi economico-finanziaria internazionale che sta minando le fondamenta dell’Euro-zona. Il Paese sta vivendo uno dei periodi più difficili della propria storia, con un PIL praticamente piatto, un’imponente evasione fiscale, un’inefficiente sistema di servizi pubblici statali e locali ed una disoccupazione crescente, soprattutto fra i giovani.

Ma perché lo Stato italiano è giunto sull’orlo di un baratro nel quale rischia di precipitare senza ancore di salvataggio? Chi deve assumersi la responsabilità di quanto stiamo vivendo in questo drammatico periodo?

La risposta è semplice: tutta la classe politica che negli ultimi quarant’anni ha gestito in modo pessimo la “Res Publica”, anteponendo gli interessi personali o dei partiti a quelli prioritari del Paese. Una buona dose di responsabilità è però anche di tutti noi che come cittadini non abbiamo vigilato adeguatamente, non abbiamo preso contromisure, non abbiamo denunciato truffe e corruzione, permettendo che accadesse ciò che sta all’evidenza di ognuno.

Siamo diventati spettatori della deriva economica, morale e socio-culturale del Paese, allontanandoci da un sistema politico giudicato disgustoso dalla stragrande maggioranza degli italiani e facendoci scippare anche il nostro diritto/dovere di scegliere, con il voto, chi ci dovrebbe rappresentare.

Il disinteresse mostrato dai cittadini nella quotidianità e durante le recenti tornate elettorali, rappresenta un segnale forte ed inconfutabile del biasimo verso la classe politica centrale e locale. Ma, così facendo, abbiamo sbagliato lo stesso: perché solo la partecipazione attiva ed appassionata alla vita politica del Paese può restituirci il futuro che meritiamo.

Possiamo, e dobbiamo, cambiare l’Italia!

E’ giunto il momento di riprendere pieno possesso della nostra libertà di scegliere e diventare protagonisti del cambiamento.

Vogliamo che l’Italia diventi un Paese giovane, moderno, dinamico.

Un luogo in cui gli stipendi siano commisurati al costo della vita ed in cui, contemporaneamente, il costo del lavoro sia equo, e possa incentivare l’impresa.

Dove tutti i cittadini che vi nascono, vivono, lavorano e rispettano le leggi, abbiano gli stessi diritti.

Dove si pagano tasse adeguate per la qualità dei servizi pubblici ricevuti, e non siano fra le più alte del mondo.

Dove dopo tanti anni di serio lavoro, si possa godere di una pensione adeguata.

Dove l’innovazione, l’istruzione e la ricerca, siano le chiavi su cui investire per crescere.

Dove l’ambiente venga considerato una fondamentale risorsa da tutelare, ma anche una fonte di lavoro e di reddito.

Dove i nostri meravigliosi beni storici, culturali, architettonici e paesaggistici vengano protetti e valorizzati, anche per incrementare l’offerta turistica di quello che è considerato il più “bel Paese” del mondo.

Un Paese che sappia promuovere il “Made in Italy”, l’economia sociale e lo sviluppo della persona, valorizzandone le attitudini, i meriti e le capacità umane e professionali, superando gli squilibri economici, sociali, territoriali e culturali, sostenendo con forza il “diritto al futuro”.

Un Paese dove a diciotto anni ogni cittadino possa candidarsi e votare per ogni carica pubblica, ma in cui nessuno possa ricoprire per più di due volte lo stesso incarico elettivo o amministrativo.

Un Paese dove non siano tollerati sperperi di denaro pubblico e proliferazione di Enti inutili.

Un Paese in cui gli onesti prosperino, ed i furbetti siano perseguiti e prontamente ricondotti al rispetto delle norme di civile convivenza.

Un Paese in cui il merito e le capacità, siano l’unico metro di reale valutazione. Dove ci sia la certezza del futuro.

Un Paese dove rigore, trasparenza e sostenibilità dei conti pubblici, siano le basi per la corretta gestione dello Stato ed i capisaldi su cui costruire sviluppo, crescita e benessere.

Il Paese dove gli italiani, noi tutti, meritiamo di vivere.

Questa è la nuova Italia che vogliamo!

Lavoriamo assieme, da oggi, per questa Italia!