Giovani e impegno: intervista al Presidente del Forum Nazionale per il Servizio Civile

di Francesco Gentile

Accreditamento, leva civica, formazione: dopo l’incontro con il neo-direttore dell’Ufficio Nazionale, il Presidente del Forum nazionale per il Servizio Civile, Enrico Maria Borrelli,  fa il punto della situazione con ServizioCivileMagazine. (Francesco Enrico Gentile)

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Il 24 aprile scorso il Forum Nazionale per il Servizio Civile ha incontrato per la prima volta il neo-direttore dell’Ufficio Nazionale Fautilli. Com’è andata?
Il nuovo direttore ha dimostrato di prestare molto interesse ai temi del Servizio Civile e soprattutto alle proposte del Forum Nazionale, in particolare in relazione all’accreditamento e alla progettazione.

 


Rispetto all’accreditamento qual è la proposta del Forum?

Sono essenzialmente due: la prima è quella di rivedere l’attuale circolare del giugno 2009 per tendere a garantire una maggiore snellezza burocratica nel rispetto  ovviamente della massima qualità organizzativa degli enti che parteciperanno.

Una delle obiezioni che può essere mossa alla riapertura dell’accreditamento è che, in una fase di riduzione delle risorse, può essere “sconveniente” ampliare il numero dei soggetti che partecipano al Sistema di Servizio Civile.

La riflessione è innanzitutto di principio: non si può consentire la creazione di oligarchie.
Il sistema è chiuso da 3 anni, dal 2009. Altri enti chiedono di subordinare la riapertura dell’accreditamento alla riforma legislativa del Servizio Civile, alla riforma quindi della legge 64 del 2001.
Visto che è presumibile pensare che questo Governo, preso da altre vicende, non affronterà il tema della riforma ,sarà eventualmente compito della prossima legislatura provvedervi ovvero aspettare almeno un altro anno.
Il prossimo Parlamento impiegherà per vagliare i 9 disegni di legge ad oggi presentati non meno di un anno  e mezzo. Subordinare quindi la riapertura dell’accreditamento alla riforma legislativa,con la conseguente modifica dell’accreditamento in virtù delle nuove norme,vuol dire aspettare almeno 4 anni prima di riaprire agli enti.
La domanda è: chi si prende la responsabilità di decidere che il Servizio Civile in Italia lo possono fare solo alcuni enti e non  tutti gli enti che da 3 anni aspettano di entrare nel sistema.
Anche se ci sono pochi fondi, chi ha deciso che vanno divisi tra gli enti di sempre, precludendo l’accesso ad altri soggetti che potrebbero esprimere innovazione e qualità, almeno pari a  quelli già operanti nel sistema?

Lei prima ha fatto riferimento all’attuale Governo. Come si sta muovendo, se si sta muovendo, l’esecutivo Monti?
Secondo quanto ci ha detto il Direttore Fautilli, il Ministro Riccardi ha richiesto per il Servizio Civile uno stanziamento di circa 50 milioni di Euro per il 2012, che porterebbe il  Fondo Nazionale a circa 118 milioni di euro.

Che in termini di volontari avviati vuol dire?
Oltre 20.000 volontari.

Comunque una riduzione rispetto al passato.
Certo, ma rispetto alla situazione attuale sarebbe comunque un’inversione di tendenza.

Siamo nell’ambito delle dichiarazioni di volontà o ci sono già azioni concrete?
Beh, il Ministro ha fatto richiesta e ha chiesto inoltre di adeguare i fondi 2013, 2014 e 2015 a 120 milioni. Poi si vedrà.

Questo però è un Governo  che si poggia su una maggioranza parlamentare atipica. Quali sono le azioni che secondo Lei bisogna mettere in atto per sostenere la proposta del Ministro Riccardi?
Il Ministro Riccardi nella Consulta Nazionale del 29 marzo ha rivolto un forte invito agli Enti a sensibilizzare il Parlamento sull’importanza di investire sul Servizio Civile, denunciando una scarsa attenzione delle forze politiche rispetto a questi temi.

Il Forum Nazionale per il Servizio Civile come ha risposto a quest’invito?
Il Forum, rispetto a questo, ha coinvolto al suo interno le giovanili dei due maggiori partiti italiani, i Giovani Democratici e La Giovane Italia, che hanno dichiarato un loro deciso interesse a sostenere lo sviluppo del Servizio Civile interloquendo con i propri partiti.
Questo è ovviamente un incipit: il Forum lancerà a breve una campagna di mobilitazione e intende chiedere una serie di incontri ai segretari nazionali e ai capigruppo delle forze politiche presenti in Parlamento.

Una delle proposte , emerse in questi giorni, è quella di destinare al Servizio Civile una quota dei rimborsi elettorali destinati ai Partiti. Che ne pensa?
Beh, se i Partiti decidessero di donare i 100 milioni di euro sarebbe sicuramente un gesto molto apprezzato dall’intero sistema e quindi dai cittadini, vista l’eterogeneità dei soggetti che gravitano nel mondo del Servizio Civile. Detto questo l’approccio dev’essere diverso e più istituzionale: non sono le forze politiche, che restano soggetti privati a dover donare risorse al Servizio Civile, ma è piuttosto il Governo a dover fare scelte politiche chiare e decise.
È il tempo di  decidere di investire in uno strumento di difesa della Patria che è alternativo a quello militare, che è ad esso comparato, ma che gode di risorse infinitamente inferiori.

Enti Locali. In Lombardia è stata presentata dalla Lega Nord una proposta di legge per l’istituzione della Leva Civica, un meccanismo che consente a privati e Enti Locali di finanziare esperienze di Servizio Civile. Che opinione ha in merito?
Innanzitutto siamo contrari al concetto di leva: il termine rievoca i fantasmi di una coscrizione obbligatoria che è storicamente e culturalmente sorpassata. Siamo invece favorevoli ad un coinvolgimento dei giovani nella vita locale che possa tradursi in forme organizzate di impegno animate e sostenute dagli enti locali che godono di strumenti e risorse maggiori rispetto ai soggetti associativi.

Leggendo la proposta di legge lombarda, sembra sia carente la riflessione sul carattere formativo dell’esperienza dei giovani. Una riflessione che in realtà potrebbe essere esteso al Servizio Civile Nazionale che ha visto, negli anni, affievolire il proprio ruolo di strumento formativo. Non crede che un’integrazione con le “tradizionali” agenzie formative possa aiutare il Servizio Civile ad essere più qualificante per i ragazzi?
Si tratta di due riflessioni differenti. Per quanto riguarda il Servizio Civile Nazionale, la formazione  è proiettata  on the job, visto che per un anno i ragazzi lavorano su un progetto e quindi quello che apprendono, aldilà della formazione d’aula, è frutto dell’esperienza che loro vivono.
Certo, il Servizio Civile Nazionale potrebbe essere maggiormente integrato con le tradizionali agenzie formative, partendo magari dal riconoscimento dell’esperienza di Servizio Civile da parte di scuola e università, per stimolare maggiormente la partecipazione dei giovani.

E per quanto riguarda la “Leva Civica”?
Francamente non saprei cos’abbia spinto i promotori della legge a trascurare l'aspetto della formazione dei giovani volontari, ma quello che fa preoccupare è che la carenza di una dimensione formativa in questa proposta di legge testimonia una  grave disattenzione verso le giovani generazioni. Evidente c'è chi pensa che i giovani debbano produrre beneficio per gli altri ma non per loro stessi. È lo stesso motivo che spinge a pensare di coscrivere i giovani piuttosto che investire su di loro aiutandoli a costruirsi un progetto di vita.
Le Istituzioni dovrebbero preoccuparsi di fornire ai giovani maggiori servizi, formazione ed esperienze piuttosto che nuovi obblighi e nuovi doveri..

Un ultima nota di colore: la Padania presenta la Leva Civica come l’ennesima dimostrazione della dicotomia Nord Sud, in cui c’è un Settentrione che, dinnanzi alla riduzione delle risorse per il Servizio Civile, si rimbocca le maniche e trova soluzione e un Meridione che si limita a lamentarsi. Cosa risponde?
Mi limito a ricordare che, al pari della Regione Lombardia che ha stanziato fondi propri per il Servizio Civile, la stessa Regione Campania ha destinato risorse al Servizio Civile, con la differenza che la Campania punta a sostenere il Servizio Civile Nazionale mentre la Lombardia a finanziare un servizio civile di stampo regionale.
È bene ricordare anche che diversi Enti pubblici nel meridione, nonostante le note ristrettezze di bilancio, stanno procedendo ad auto-finanziare i propri progetti di Servizio Civile, sia per favorire l’impegno dei giovani che per garantire al territorio la ricchezza sociale e culturale che il Servizio Civile produce.
Infine, quella della Lombradia al momento è solo una proposta, aspettiamo che si concretizzi la volontà politica. Parafrasando: una proposta di legge non si nega a nessuno.