ServizioCivileMagazine

Ore di preoccupazione per la sorte dell’organismo consultivo guidato da Licio Palazzini. (Francesco Enrico Gentile)

Il Comma 20 dell’Art. 20 del d.d.l. 3396 recita “A decorrere dalla data di scadenza degli organismi collegiali operanti presso le pubbliche amministrazioni, in regime di proroga ai sensi dell’articolo 68, comma 2, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le attività svolte dagli organismi stessi sono definitivamente trasferite ai competenti uffici delle amministrazioni nell’ambito delle quali operano”.

 

 Sono bastate queste poche righe del testo in queste ore in discussione in Commissione Bilancio al Senato per scatenare il fondato timore che una delle conseguenze dell’applicazione del citato comma sarebbe la chiusura della Consulta Nazionale per il Servizio Civile.

Sebbene infatti il decreto legge, destinato ad approdare in Aula nei prossimi giorni,non citi espressamente l’organismo guidato da Licio Palazzini, il rischio c’è.

L’eventualità è infatti confermata dalla presentazione, in Commissione, di due emendamenti   pressoché identici, uno a firma di Carlo Giovanardi (emendamento 12.29), ex sottosegretario al Servizio Civile, l’altro dai Senatori democratici Ferrante, Della Seta, Mazzucconi (emendamento 12.25).

Entrambi gli emendamenti sono stati presentati con l’obiettivo di specificare l’esclusione, dall’ambito di applicazione dell’art.12, della Consulta Nazionale per il Servizio Civile.

Il rischio però è che l’impegno dei parlamentari possa non bastare. È infatti nota l’alta probabilità che sul Decreto il Governo decida di porre la fiducia, vista l’importanza del testo non solo ai fini di politica interna.

Sul testo infatti Monti ha in parte costruito la credibilità necessaria per trattare, in Europa, sul famoso scudo salva-spread.

Una vicenda ingarbugliata quindi, dall’esito incerto.