Consulta Nazionale: approvato alla Camera un ODG contro la chiusura

di Francesco Gentile

Approvato alla Camera un ordine del giorno che impegna il Governo a non chiudere la Consulta Nazionale per il Servizio Civile. (Francesco Enrico Gentile)

camera-dei-deputati Sebbene il decreto legge denominato "Spending review" sia stato oggi convertito in legge dello Stato aumentando sempre più i rischi di Chiusura della Consulta Nazionale per il Servizio Civile ad opera dello stesso decreto, resta qualche labile speranza.

Oggi, infatti, la Camera dei Deputati, riunita per approvare il disegno di legge di conversione, ha accolto un ordine del giorno a firma dei Deputati Bossa, Sarubbi ed altri.

Nella liturgia parlamentare gli Ordini del giorno sono lo strumento che impegna il Governo a compiere determinati atti o ad evitarne altri. Uno strumento di pressione politica prima ancora che procedurale in grado però di sortire effetti positivi.

Di seguito il testo dell'OdG.

La Camera, 
premesso che: 
il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per l'equilibrio del settore sanitario e misure di governo della spesa farmaceutica che non dovrebbero in teoria comportare «invarianza dei servizi per i cittadini», anche se le misure adottate per il servizio sanitario, ispirate ad una logica prevalentemente economica e basate su tagli di risorse di carattere lineare, rischiano di mettere a repentaglio la sostenibilità dello stesso servizio sanitario nazionale e dell'erogazione degli stessi livelli essenziali di assistenza; 
la stessa programmazione delle spese sanitarie avviene sulla base di riduzione di risorse che non sono state previamente concordate né con le regioni e né con gli enti locali, mettendo così in discussione un sistema pattizio che finora ha permesso di tenere sotto controllo l'andamento della spesa sanitaria; 
l'introduzione nel provvedimento dell'azzeramento degli organi collegiali priva sia il Ministero della salute che quello del lavoro e delle politiche sociali di strumenti importanti per l'azione di Governo se la previsione che tutti i servizi svolti dalle pubbliche amministrazioni mediante ricorso a convenzioni debbano essere sottoposti a procedure d'appalto e lede gravemente le cooperative sociali, così come previste dall'articolo 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, (cooperative di tipo b), che svolgono importanti e delicate funzioni di inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e, pertanto, i costi dei servizi da queste erogati sono più elevati dei prezzi di riferimento,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni citate in premessa al fine di valutare l'opportunità di estendere anche ad altri organismi collegiali, quali possono essere, ad esempio, la Consulta nazionale per il servizio civile e il Comitato minori stranieri non accompagnati la possibilità di non essere trasferiti agli uffici delle pubbliche amministrazioni, vista la loro rilevanza nella gestione del singolo settore interessato. 
9/5389/118. Bossa, Sarubbi, Bucchino, D'Incecco, Burtone, Miotto, Lenzi, Fontanelli, Pedoto, Sbrollini, Murer.