Il Sindaco di Ercolano: "600.00 giovani in Sc"

di Anna Laudati

Amesci: “Necessaria una sinergia tra Enti Locali e Terzo Settore” (di Francesco Enrico Gentile)

sindaco_di_ercolano.jpgLa proposta è del Sindaco di Ercolano, l’ex capogruppo DS al Consiglio Regionale Nino Daniele: “Impegnare 600.000 meridionali per due anni in attività di Servizio Civile”. Stando alle parole del Sindaco sfruttare al massimo le potenzialità delle giovani generazioni è l’unico strumento possibile di riscatto del Mezzogiorno d’Italia. Progetti di assistenza, di impegno ambientale, di supporto alle attività degli enti locali potrebbero consentire al Sud di riscattarsi.

Una proposta evidentemente impegnativa, quantomeno dal punto di vista finanziario: ogni volontario costa allo stato all’incirca 7000 euro l’anno con una spesa prevista di circa 4 miliardi di euro. Al netto delle difficoltà tecniche la proposta di Daniele segna un’attenzione della politica ad un mondo, quello del Servizio Civile,  troppo spesso ignorato o trattato con superficialità.

Amesci, nella persona del suo presidente Enrico Maria Borrelli, ha raccolto la provocazione e in una lettera indirizzata ad alcuni quotidiani campani ha rilanciato la necessità di una nova sinergia tra Enti Locali e terzo settore. “Il Servizio Civile rischia di essere inadeguato, da solo, a rispondere a tali domande. Un’ atavica difficoltà di reperimento di risorse, il suo carattere nazionale e altre ragioni più “tecniche” rendono

lo strumento  forse inadatto a rispondere alle esigenze di taluni specifici territori. La legislazione però consente agli Enti Locali di utilizzare strumenti  e risorse proprie per determinare quelle sinergie tra istituzioni e terzo settore a mio parere essenziali per la crescita delle comunità e dei territori.”

Con queste parole Borrelli ha inteso rispondere al Sindaco di Ercolano, manifestando da un lato l’attenzione necessaria dall’altro però introducendo nel dibattito un elemento nuovo: la volontà degli Enti Locali di contribuire, aldilà dell’impegno dello Stato Centrale, a realizzare strumenti di impegno per le giovani generazioni.

D’altra parte le difficoltà di questi mesi del Servizio Civile, le previsioni di riduzione del Fondo Nazionale e la crisi in corso rendono sempre più necessario individuare nuove forme e nuovi metodi in grado di sopperire a mancanze che possono con il tempo solo aggravarsi.

Insomma forse è davvero arrivato il momento di rendere “federale” l’impegno, premiando e incoraggiando nuove pratiche locali di sinergia tra amministrazioni e mondo no-profit, in una logica di sostegno reciproco in vista di un comune obiettivo che non può che essere, in Italia come nel Sud, la valorizzazione delle giovani generazioni.